by Sergio Segio | 22 Novembre 2011 14:49
MILANO – Sono tre le famiglie rom che mesi fa hanno fatto ricorso al Tar della Lombardia dopo che erano state espulse dal campo regolare di via Triboniano. E ora, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il Piano nomadi varato dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni (vedi lanci precedenti), “quasi sicuramente vinceranno e avranno un risarcimento”, afferma Alberto Guariso, presidente dell’associazione Avvocati per niente. “Il Consiglio di Stato è chiaro -aggiunge l’avvocato-. Chi ha subito pregiudizi in virtù del Piano nomadi può chiedere i danni”. Nel caso delle tre famiglie di Triboniano, sarà il Comune di Milano a pagare, anche se quando furono espulse la giunta era guidata da Letizia Moratti e ora invece a Palazzo Marino siede Giuliano Pisapia.
Non rischiano invece di perdere la casa le 25 famiglie rom a cui, sempre nell’ambito del Piano nomadi, sono state assegnati gli appartamenti Aler fuori graduatoria, dopo una causa vinta al Tribunale di Milano. “Il contratto è tra la Casa della Carità e l’Aler -sottolinea Alberto Guariso, che ha sostenuto la causa delle famiglie rom-. Certo si potrebbe ravvisare un vizio di forma proprio perché l’assegnazione è una conseguenza del Piano nomadi bocciato, ma il Comune ha il potere di sanare eventuali atti del Prefetto che ora sono nulli in virtù della sentenza del Consiglio di Stato”.
Avvocati per niente ha accolto con favore la sentenza del Consiglio di Stato anche perché l’associazione nel 2009 aveva a sua volta cercato di far bocciare il Piano nomadi facendo ricorso per discriminazione al Tribunale di Milano. “Il giudice però non ci diede ragione -ricorda Alberto Guariso-, perché riteneva che il Piano era stato comunque varato nell’interesse dei rom. Il Consiglio di Stato ha invece stabilito che era stato varato solo per una questione ideologica”. (dp)
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