Parlamentari Ue visitano i Cie siciliani: “Dignità  non è tutelata”

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ROMA – “Al Centro d’accoglienza di Salinagrande di Trapani manca l’acqua nei bagni, l’acqua nelle docce è fredda, non ci sono le porte nei bagni, i dormitori sono affollatissimi. In queste condizioni è davvero difficile tutelare la dignità  umana”. E’ il monito di Cecilia Wikstrom, eurodeputata svedese e capo della delegazione di parlamentari Ue che in due giorni hanno visitato diversi centri d’accoglienza e Cie in Sicilia e a Lampedusa. “Al Cara di Salinagrande – ha spiegato la Wikstrom incontrando i giornalisti – ci sono persone senza speranze, famiglie intere con bambini piccolissimi. E’ importante prendere sul serio le loro esigenze”. Sono complessivamente 233 i profughi richiedenti asilo al momento ospiti del Cara di Trapani in attesa dello status di rifugiati politici. “Insieme dobbiamo creare un regime comune per l’immigrazione – ha spiegato la Wikstrom – che sia decoroso”.

L’eurodeputato Rosario Crocetta (Pd) che fa parte della delegazione va giù ancora più pesante: “Il Cara di Salinagrande è un vero e proprio lager, non giriamo attorno alle parole. Bisogna dire le cose come stanno. Intervenga al più presto il Governo perché è una situazione intollerabile”. “È assurdo andare a fare i proprio bisogni senza le porte, lo scarico wc non funzionar e anche l’assistenza sanitaria lascia a desiderare”. E ha ricordato il caso di un giovane pakistano “con la mano fratturata dal 15 ottobre che ha avuto l’appuntamento per la radiografia solo per il 29 novembre. Nel frattempo la frattura si è calcificata per sempre. Stiamo parlando di persone umane”. “L’umanità  è un concetto non sempre tutelato – ha ribadito ancora Cecilia Wikstrom – sono situazioni in cui non è facile vivere. È complicato incontrare delle persone frustrate perché costrette a vivere in queste condizioni, non solo igieniche”.

Un po’ migliore la situazione al Cie, Centro di identificazione ed espulsione, di Trapani. “A confronto del Cara è un albergo a cinque stelle – chiosa Crocetta – qui la situazione è molto migliore”. E la Wikstrom aggiunge: “Il Cie è un’ottima struttura concepita per questo scopo, è decoroso anche dal punto di vista igienico. Ma qui vengono ospitate persone disperate che sanno di dover essere rimpatriate, prevalentemente tunisini”. Al momento sono 187 i migranti ospiti del Cie di Trapani. “Abbiamo ascoltato le loro storie – ha detto ancora Cecilia Wikstrom -sono persone veramente senza futuro”.

Salvatore Iacolino, eurodeputato Ppe, che fa parte della delegazione, è più morbido sul Cara di Salinagrande: “Non è affatto un lager, le condizioni potrebbero essere certamente migliori, ma la loro dignità  viene tutelata. In questi posti le tensioni sono palpabili, sono persone che sanno di dover essere rimpatriate e che non possono uscire dalla struttura. Invece al Cara i profughi possono entrare e uscire quando vogliono”. Iacolino propone, quindi, un “progetto pilota che metta insieme i modelli di accoglienza come Emergency”. Proprio ieri la delegazione ha visitato l’ambulatorio Emergency di Palermo. “Questa tipo di struttura potrebbe essere esportata anche nel resto d’Europa – dice Cecilia Wikstrom – È un esempio da trasmettere in tutta Europa, non ci sono strutture analoghe. Sono persone che si prendono cura dei più bisognosi e che vanno incontro alle esigenze dei profughi”.

 

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