Ora Bersani si intesta la svolta “Pd generoso ma niente macelleria”
ROMA – E ora viene il bello. Bersani non nasconde che non sarà una passeggiata, che ci sarà da digerire molto: «Ci potranno essere problemi sulle misure che il governo Monti dovrà varare, è evidente». Ma il Pd è stato generoso in tutta questa fase, anteponendo agli interessi di partito quelli del paese, «e sarà generoso anche dopo». Appoggerà cioè, i provvedimenti del “governo dei professori” anche se i Democratici ne fossero convinti solo in parte, «al 50 o al 60 per cento, e non al cento per cento». Il segretario lo dice in una conferenza stampa dopo il giuramento del governo, ma i leader democratici se lo sono ripetuto nelle tante riunioni della giornata, a cominciare dal vertice mattutino di Bersani con Enrico Letta, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini. Qui sono arrivate le telefonate di Monti, mentre era al Quirinale, sulla composizione della squadra: sciolto il “nodo” Gianni Letta (indigeribile per i Democratici perché avrebbe rappresentato la continuità berlusconiana), il Pd non condivideva l’accorpamento di Sviluppo economico e Ambiente. Scorporati, alla fine .
«La cosa che abbiamo voluto è seria – ribadisce Bersani – e seriamente lo sosterremo ben sapendo che non è certo un governo del Pd. Però non mi aspetto macelleria sociale». Il leader democratico si intesta la svolta di avere mandato a casa Berlusconi: «Abbiamo lavorato da tempo per una svolta e ci siamo arrivati attraverso l’iniziativa politica e parlamentare. Abbiamo chiesto che si affrontassero le emergenze con un governo a forte caratura tecnica e del tutto nuovo. Guardando i fatti siamo soddisfatti». Inoltre c’è la squadra che «ci rassicura sulle possibilità di trovare una strada». Ad esempio? «Conosco il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e sono sicuro che farà per il meglio». E sul banchiere Corrado Passera: «Potere ai banchieri? Se uno faceva il mestiere di banchiere, ora ne fa un altro…sono sicuro che farà politiche per la crescita». Dai Democratici auguri e fiducia per Elsa Fornero al Welfare e Andrea Riccardi all’Integrazione.
Tuttavia i problemi ci saranno. I Democratici hanno un’altra riunione di big (ci sono D’Alema, Veltroni, Fioroni, Fassina) e di segretari regionali a sera, che si conclude con un applauso al segretario, ma non si stappa spumante. Per quello si aspetta di vincere le elezioni. Che saranno presto o tardi? «Non poniamo vincoli temporali al governo Monti», ripete Bersani. Vincoli che invece ci devono essere per Di Pietro. Superata l’emergenza – afferma il leader Idv – si vada al voto. Annuncia inoltre che darà la fiducia a Monti ma «poi voteremo provvedimento per provvedimento, e non entreremo nella maggioranza». Il risultato potrebbe essere che le maggioranze per il governo Monti saranno “variabili”. Nichi Vendola (Sel) è pessimista: «Ci sono segni di continuità con il passato che resiste e che continua a danzare attorno a Monti». Al contrario il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia giudica che nel governo Monti ci siano «le persone giuste al posto giusto nel momento giusto». Emma Bonino, la leader radicale e vice presidente del Senato, avverte: «Monti come premier è la persona più appropriata in questo momento, ma la luna di miele finirà presto»; il fatto che i politici si siano tenuti le mani libere può significare «il Vietnam in Parlamento».
Però la scelta di “tutti tecnici” è stata voluta da Bersani che la difende e cita Ovidio («Nec sine te nec tecum vivere possum»): «La discussione sui politici sì o no è schizofrenica, dà l’idea che la politica non va mai bene». Su Amato precisa: «Non ho mai pensato che non fosse in grado di rappresentare la tradizione riformista del Pd, la mia stima è altissima». Soddisfatto il Terzo Polo. Fini ringrazia Monti «per le scelte competenti e di valore». Rutelli, come Casini, parlano dell’«inizio di una nuova epoca politica; siamo felici».
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