Nuova stretta sugli enti locali: dovranno ridurre il debito pubblico

by Sergio Segio | 10 Novembre 2011 7:45

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ROMA — Anche gli enti locali dovranno contribuire, dal 2013, alla riduzione del debito pubblico nazionale. Ogni Regione, Comune, Provincia avrà  un obiettivo annuale da raggiungere, calcolato «rispetto al debito medio pro-capite» dei suoi abitanti, e sarà  tenuta a rispettarlo. L’obiettivo di riduzione del debito potrà  essere raggiunto anche «girando» allo Stato eventuali immobili posseduti, e in caso di inadempienza scatteranno le sanzioni previste per chi sfora il Patto di stabilità : spese correnti contingentate e niente assunzioni.
Il nuovo vincolo sul debito è l’unica vera grande novità  contenuta nell’emendamento alla legge di stabilità  presentato ieri dal governo al Senato, assieme a una clausola di salvaguardia sull’età  pensionabile, che assicura il minimo di 67 anni per le uscite di vecchiaia a partire dal 2026, e a uno stanziamento di 750 milioni nel 2012 per la sicurezza. Forse già  oggi il provvedimento sbarcherà  nell’Aula di Palazzo Madama per essere licenziato e inviato alla Camera, che dovrebbe approvarlo definitivamente entro domenica.
Delle 100 misure per lo sviluppo messe insieme dal governo in questi ultimi giorni ne restano in piedi 25: dismissioni, liberalizzazione delle professioni, mobilità  nel settore pubblico, incentivi al lavoro part-time e all’apprendistato, sgravi fiscali sulle infrastrutture, riforma del processo civile, semplificazioni, fondi per la sicurezza. Sulle pensioni c’è solo un codicillo per assicurare che nel 2026 non sia possibile andare in pensione prima dei 67 anni di età , a prescindere dal gioco delle finestre e dell’agganciamento automatico dell’età  pensionabile alle speranze di vita. Per i dipendenti pubblici ritenuti in soprannumero è ribadita la mobilità : in caso di mancata ricollocazione in altra amministrazione, scatterà  una sorta di cassa integrazione con un’indennità  pari all’80% dello stipendio per massimo due anni.
Il maxiemendamento prevede l’azzeramento dei contributi sugli apprendisti per i primi tre anni di contratto, per chi occupa fino a nove addetti. Introdotte anche agevolazioni sui contratti di inserimento per le donne, più facile il ricorso al part-time e al telelavoro. Non ci sono norme invece sui licenziamenti, osteggiate dai sindacati.
Per i professionisti arriva lo stop alle tariffe minime e al divieto di pubblicità , e il via libera alla costituzione di società  di capitale. Una riforma complessiva dovrà  essere realizzata entro dodici mesi. Per agevolare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, il governo prevede che «gli enti locali dovranno valutare l’opportunità  di procedere all’affidamento simultaneo con gara nel caso in cui questa scelta sia vantaggiosa». Anche la quota pubblica dovrà  «diminuire progressivamente». In caso di inottemperanza «entro un termine perentorio» il governo interviene «esercitando il potere sostitutivo».
È prevista la dismissione degli immobili pubblici attraverso il conferimento o il trasferimento degli stessi a uno o più fondi comuni di investimento immobiliare o società . In pagamento saranno accettati anche titoli di Stato. I proventi andranno alla riduzione del debito pubblico tramite l’acquisto di titoli, i cui interessi andranno al pagamento dei canoni di affitto. Il testo prevede anche la dismissione dei terreni agricoli.
Il pacchetto infrastrutture prevede la defiscalizzazione per la realizzazione di nuove autostrade. È stata esclusa l’estensione di questa norma a altre opere pubbliche. Dal 1 gennaio 2012 l’Anas cederà  a Fintecna tutte le sue partecipazioni. Per accelerare i lavori della Tav, le aree interessate alla realizzazione diventano di interesse strategico nazionale. Chi vi si introdurrà , sarà  punito con l’arresto da tre mesi a un anno, e ammenda.
Ci sono poi alcune norme ad hoc, come la proroga fino al 2014 dei prestiti a tassi agevolati per i nuovi nati. Oppure l’aumento di 1 millesimo al litro per la benzina verde e per il gasolio dal 2012 e di un ulteriore mezzo millesimo dal 2013, per rendere strutturale il bonus fiscale garantito ai gestori dei distributori. I cittadini abruzzesi, vittime del terremoto, torneranno a pagare le tasse dal 2012 ma con una riduzione del 40%.
Infine per diminuire il contenzioso civile pendente, nei processi davanti alla Cassazione e alle Corti di appello in corso da oltre due anni, le parti saranno chiamate a confermare la persistenza dell’interesse alla trattazione.

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