by Sergio Segio | 17 Novembre 2011 9:15
ROMA – E’ stata dura, presidente Napolitano? «La nascita del governo è stata delicata, difficile. Ma ora avviene in un clima positivo, e me ne compiaccio. Sarà un esecutivo in grado di trovare le soluzioni più idonee. E i segnali dall’Europa sono positivi». Il capo dello Stato, dopo giorni di passione, può sciogliere la tensione e finalmente, appena conclusa la cerimonia del giuramento, può “rivendicare” il varo dell’esecutivo Monti che il Colle ha fortemente voluto. Gran sollievo per lo scampato pericolo delle elezioni anticipate. Visibile, dichiarata «grande soddisfazione» dell’inquilino del Colle. Ieri all’ora di pranzo la consegna della lista dei ministri, e alle cinque del pomeriggio il rito del giuramento al Colle.
Non resta adesso che l’ultimo passaggio, la fiducia, oggi al Senato e domani al Camera che non presenta rischi grazie all’operazione larghe intese giunta in porto grazie appunto all’ombrello del Quirinale. Ma non è stato facile arrivare alla soluzione confessa il capo dello Stato, «anche per la sua carica di assoluta novità ». Spiega: «Penso che siamo riusciti tutti insieme, e soprattutto l’incaricato di formare il governo, Mario Monti, a trovare le soluzioni più idonee». Con il «sentito ringraziamento» di Napolitano anche a Berlusconi e al governo uscente, e uno «speciale ringraziamento» a Gianni Letta, con parole di gratitudine per «la competenza», lo «spirito di servizio» con cui ha contribuito «a tenere vivo e limpido il rapporto tra il presidente della Repubblica e il governo». Al Colle non sarebbe dispiaciuta la sua riconferma ma lo scontro fra i partiti ha sconsigliato di forzare troppo.
Anche il neo presidente del Consiglio, dopo la complicata trattativa, nel Salone delle Feste del Quirinale può finalmente sorridere. Nello studio di Napolitano ha lavorato alla quadra dei ministri fino ad un minuto prima dell’annuncio della lista, un lungo colloquio di due ore, in particolare sulle competenze di Passera e sul nodo ministro della Giustizia. Certo, niente ministri politici dentro come avrebbe preferito, ma Monti rovescia una apparente debolezza in un elemento di forza. L’assenza di esponenti politici «agevolerà piuttosto che ostacolare l’esecutivo: toglierà motivo di imbarazzo». Lasciandosi alle spalle cioè la guerra dei veti incrociati che si era scatenata su Gianni Letta e Giuliano Amato, e il gioco di dosaggi e correnti che innesca sempre veleni.
Ma non sarà un governo poco corazzato a questo punto? «La blindatura dipende dalla capacità di agire e di spiegare il significato della propria azione: questa è la blindatura che cercherò con i miei ministri», è la linea di “Supermario”. Che prende atto delle decisioni dei partiti contrari all’ingresso di propri uomini nel suo esecutivo, «dalle forze politiche è emersa una chiara preferenza, uscendo da una fase di dialettica molto vivace per sostenere questo governo». Sottolinea le novità nella squadra, i tre ministeri di gran peso affidati a donne, l’accorpamento di Sviluppo economico e infrastrutture. Metterà mano alle pensioni, alla patrimoniale? «Ne parlo alle Camere, in sede di presentazione del programma». Pensa di candidarsi alle prossime elezioni? «Non prenderò in considerazione a questo stadio passaggi in corsa, perchè proprio di corsa si tratterà per l’azione del governo». Fiducioso per l’accoglienza che i mercati gli riserveranno. Così come lo è Giorgio Napolitano. Ci sono già stati segnali confortanti di fiducia, rileva il capo dello Stato, «presto ci saranno conferme di questa positiva predisposizione delle istituzione europee».
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