MONTI & CO, NEOLIBERISMO ALLA LUCE DEL SOLE

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A parole, l’opposizione guidata da Bersani ha sempre sostenuto che la riforma Gelmini fosse un vero disastro. Nei fatti, oggi Bersani appoggia il governo guidato da Monti, che ha sempre sostenuto la Gelmini, e un ministro come Profumo che, sul tema spinoso del rapporto tra pubblico e privato, si limita a dichiarare «io credo che la scuola sia la scuola». Una scoperta che vale l’uovo di Colombo, mentre si avvia ad attuare la riforma.
Il teatro comico ha mille volti e si può esser d’accordo: ci sono buffoni seri e tragiche buffonate. Così, se il Parlamento di Pontida è una comparsata per comici scalcagnati e le barzellette di Berlusconi danno la misura della miseria morale del Paese che l’ha votato, la commedia a Palazzo Madama ha avuto ieri i toni dell’avanspettacolo. Monti fa offesa alla sua intelligenza, quando ci rassicura sul complotto dei poteri forti. Ma chi parla di complotto? Per carità , qui tutto accade alla luce del sole e sono fatti chiari: un Parlamento di nominati vota la fiducia a un governo che nessuno ha votato. Questo è un fatto grave e Monti lascia il tempo che trova con le sue smentite. Se il fatto, poi, sia di per sé complotto, il problema è di Monti e, con tutto il doveroso rispetto, di Napolitano che l’ha incaricato.
È un reale: per il ruolo che ha svolto, Monti è tra i responsabili della crescita malata di un organismo politico pensato per i popoli e diventato nemico dei popoli. Che l’Unione europea sia sull’orlo della catastrofe non è invenzione di fantasie morbose o di un risorto estremismo che se la prende senza ragion veduta con una rinnovata congiura demo-pluto-giudaico-massonica. Questi purtroppo sono fatti concreti, come i percorsi e le carriere di uomini che stanno decidendo del futuro dell’Italia e della Grecia, per limitarsi agli ultimi avvenimenti. Non è colpa dei cittadini e non è una congiura, è un dato di fatto: Mario Monti al governo qui da noi, Luca Papademos in Grecia e Mario Draghi alla Banca Centrale Europea a Buxelles sono giunti tutti, passando prima per la Goldman Sachs, la Commissione Trilaterale di Rochefeller e il Gruppo Bilderberg.
In questo contesto si pone la chiave di lettura di eventi che sarà  la storia a ricostruire, ma è un fatto, non un complotto, che solo pochi giorni fa il Passera banchiere, oggi ministro, dichiarava a nome dell’Unicredit: «Come banca (…) siamo (…) direttamente e indirettamente uno dei più grandi sottoscrittori di debito pubblico italiano». A noi oggi tocca credere per fede che il Passera ministro, fino e ieri leader della più grande banca italiana, si occuperà  degli operai e non farà  mai gli interessi del gruppo che ha guidato per dieci anni. Tocca credere, e la fede dovrà  essere grande, che il banchiere Passera che si è occupato a lungo di trasporti, ha acquistato per la sua banca il 10% della nuova Alitalia e c’entra molto coi treni privati di Montezemolo e Della Valle, da ministro delle attività  produttive e delle infrastrutture, tutelerà  dalla concorrenza le Ferrovie dello Stato sui binari dell’alta velocità .
In quanto all’istruzione, non è certo un complotto: Monti ha sostenuto la Gelmini e il neoministro Profumo è uomo molto vicino al cardinal Bagnasco. Tutto ci tranquillizza, tutto. In tempi di conflitto sociale, un prefetto al ministero dell’Interno era tra i nostri sogni e, mentre si decide chi paga la crisi, un ammiraglio alla Difesa ci rassicura. S’è visto subito: Monti parla dell’Ici sulla prima casa. Le spese militari non si toccano. Non fanno debito, no. Quelle sono risparmio.


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Domenico Zambetti
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