Milano, prove di pace Boeri-Pisapia ma per l’assessore deleghe dimezzate

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MILANO – «Capisco che la mancanza di collegialità  in una giunta sia un errore. E di questo mi scuso, con il sindaco e con i miei colleghi». Potrebbero essere queste le parole del disgelo per arrivare, forse già  stasera, alla riconciliazione. Parole che Stefano Boeri pronuncia poche ore dopo aver rimesso le deleghe (Cultura, Moda, Expo) nelle mani di Giuliano Pisapia, dopo l’ennesimo scontro.
La decisione, ora, spetta al sindaco. Ed è probabile che siano proprio le scuse quello che Pisapia aspettava. La soluzione, al momento, sembra una riconferma dell’assessore in giunta ma con un ruolo rivisto. Tanto che ieri sera il sindaco ha dichiarato: «Posso garantire che dopo la burrasca verrà  il sereno, tornerà  l’arcobaleno». La delega alla Cultura potrebbe essere riconfermata, mentre l’Expo dovrebbe invece rimanere in capo al sindaco. Continua Boeri: «Il mio interesse più grande è che non vada persa quella straordinaria eccezione che Pisapia e io abbiamo rappresentato dimostrando che alle primarie vince il migliore e che chi le perde può mettere a disposizione il suo talento per una sfida comune». Per restare in corsa, l’assessore, è pronto anche a un «periodo di prova» e a una «tutela sul piano metodologico» visto che le accuse che gli sono state rivolte in questi mesi riguardano proprio il suo modo di comportarsi «da solista» in un’orchestra che Pisapia dirige «nel segno della piena collegialità ».
Dopo tre giorni di trattative, iniziati subito dopo la sfuriata in giunta e conclusi domenica a tarda notte nella sede del Pd, ieri mattina Boeri ha rimesso le deleghe. Una mossa concordata con il partito che l’ha sostenuto alle primarie dell’anno scorso contro lo stesso Pisapia e candidato capolista alle elezioni di maggio che vuole essere un messaggio «di distensione» per sindaco e giunta per recuperare una fiducia che sembrava ormai persa. Una rottura che ieri il sindaco ha ribadito anche in un duro comunicato stampa in cui che il problema non è politico ma personale: «Il bene più prezioso è la collegialità  del lavoro della squadra di governo – scrive Pisapia – , collegialità  che è stata infranta più volte da parte di un solo assessore».
La distanza fra i due ieri però si è accorciata. Il Pd, che sabato sembrava aver mollato il suo capodelegazione, domenica si è stretto intorno a Boeri per cercare di salvare l’immagine vincente del “laboratorio” politico milanese. E ha chiesto a Pisapia di rinviare la decisione di qualche ora, in attesa (forse) che l’assessore porgesse le sue scuse. «Mi auguro che per Milano non ci siano turbative rilevanti a quel clima di spinta e vitalità  che ha caratterizzato la scena politica del capoluogo lombardo» ha commentato il segretario del Partito Pierluigi Bersani. Oggi è probabile che l’assessore venga riportato nella squadra anche se con un ruolo decisamente ridimensionato. «Se Boeri dovesse accettare solo la Cultura diventerebbe lo zerbino della giunta, ma sarebbe anche il segnale che il Pd a Milano è finito» è il commento di Carlo Masseroli, capogruppo del Pd. Ieri sui social network erano centinaia di commenti a favore di un ritorno all’unità . Il gruppo Esterni ha lanciato una sottoscrizione online sfruttando la provocatoria pubblicità  di Toscani “Unhate” con la foto di Pisapia e Boeri che si baciano: in poche ore ha raggiunto 800 firme.


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