Mercati, l’allarme di Monti “Se crolla l’Italia crolla l’euro manovra anticrisi al più presto”

by Sergio Segio | 26 Novembre 2011 8:20

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ROMA – Il governo Berlusconi non ha fatto le riforme e ora le sfide che attendono l’Italia sono «drammatiche», ma ce la potete fare. Così il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn. Agiremo «in tempi rapidi», in consiglio dei ministri è stato identificato «il percorso operativo» per farlo. Così il premier Mario Monti. Dopo Bruxelles e Strasburgo – location dei vertici della settimana appena conclusa – il centro d’Europa si sposta a Roma. Il perché lo hanno spiegato giovedì – come riferisce un comunicato di Palazzo Chigi – Angela Merkel e Nicolas Sarkozy quando a Monti hanno detto chiaro e tondo: «Il crollo dell’Italia porterebbe inevitabilmente al crollo dell’euro» con «conseguenze imprevedibili» per il Vecchio Continente. La sfida è questa, salvare l’Europa.
Ieri giornata intensa. Due ore di Consiglio dei ministri che inizia a discutere del pacchetto di sacrifici e riforme atteso per metà  dicembre, poi l’incontro con il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio. Quindi per Monti due ore di faccia a faccia con Rehn. Incontro cruciale, visto che è proprio lui l’uomo che era stato messo alle calcagna di Berlusconi al tempo del suo commissariamento da parte dell’Europa. La visita è obbligata, proprio il responsabile Ue martedì presenterà  all’Eurogruppo il suo rapporto su Roma. Due le annotazioni: l’analisi della situazione tra Rehn e Monti coincide perfettamente, così come le ricette per rilanciare l’Italia. E in molti scommettono che il rapporto che avrebbe stroncato l’operato del governo Berlusconi ora, con le cautele del caso, è destinato a virare sul positivo.
Andando con ordine. Al suo arrivo nella Capitale Rehn dice: «Siamo molto lieti e plaudiamo al fatto che ci sia una rinnovata presenza dell’Italia sulla scena europea». Lo stesso avevano detto l’altro ieri Merkel e Sarkozy. Poi Rehn è ancora più esplicito: «Il precedente governo non ha fatto le riforme strutturali» per la crescita. Dunque ora l’Italia «ha davanti sfide formidabili». Ma il Belpaese, per Rehn, ha ancora «le carte per farcela perché i fondamentali economici sono solidi». E ancora, «le priorità  fissate da Monti sono quelle giuste e lo appoggio pienamente, siamo partner e lavoreremo insieme». Certifica Michel Barnier, altro commissario in visita a Roma: «L’Italia non è sotto tutela».
Ma anche per chi viene da fuori i problemi sono chiari. E così Rehn – nato a Mikkeli, Finlandia – rivela che in gioventù amava il Guareschi e usa i suoi personaggi per dire ai partiti di essere responsabili: «Mi piace pensare che sia Don Camillo che Peppone sosterrebbero il governo Monti». Il perché è chiaro, «è urgente produrre risultati, senza ritardi», se lo spread dovesse restare così alto (ieri il Btp ha sfondato l’8%) ci sarà  «un impatto negativo sull’economia italiana». Per Rehn risanare i conti non basta, servono «riforme strutturali, provvedimenti per la crescita garantendo equità  sociale». Sembra di sentir parlare Monti, che gli conferma l’azzeramento del deficit nel 2013 e spiega il piano già  illustrato alle Camere.
Poi da Rehn un messaggio di ottimismo, perché se ormai la crisi si sta spostando dalla periferia al cuore della moneta unica, Francia e Germania, «decisamente non vedo nessuna tendenza di crollo dell’euro». Intanto a Palazzo Chigi Monti riunisce il governo. Si discutono le misure anticrisi. Il comunicato ufficiale spiega che «è stata avviata la discussione per identificare il percorso operativo da intraprendere, nel più breve tempo possibile, per la definizione del pacchetto da adottare» che comprenderà  riforme strutturali «eque e incisive».

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