by Sergio Segio | 9 Novembre 2011 7:17
MILANO – Nonostante mantenga il primato sia della raccolta pubblicitaria sia degli ascolti, anche per Mediaset sono tempi di crisi. La società televisiva di cui il premier Silvio Berlusconi è “mero proprietario” (secondo la definizione della legge Frattini sul conflitto di interesse) ha archiviato i primi 9 mesi del 2011 con un utile netto in discesa a 166,6 milioni rispetto ai 192,6 milioni dell’anno scorso sul quale – tra l’altro – aveva influito la svalutazione della partecipazione di Endemol (pari a 75,4 milioni). In linea i ricavi netti, pari a 3,04 miliardi (-0,17%).
Sul risultato pesa il calo della raccolta pubblicitaria, nonostante sia stato più contenuto rispetto al settore: sulle reti gratuite è scesa del 2,9% a 1,876 miliardi. La diminuzione degli spot e l’aumento dei costi ha influito sui numeri: la generazione di cassa si è dimezzata da 589 a 243 milioni, la posizione finanziaria è arrivata a 1,807 miliardi contro 1,59 miliardi al 31 dicembre scorso.
I dati sono stati diffusi a mercati chiusi, dopo una nuova giornata difficile per il titolo: le azioni Mediaset hanno perso il 3% (contro il balzo dello 0,7% di Piazza Affari), perché gli investitori scommettono che in futuro ci sarà una riforma del mercato radiotelevisivo che preveda un aumento della concorrenza. Ricordiamo che nel 2010 i ricavi pubblicitari di Mediaset in Italia sono stati pari a 2,8 miliardi, pari al 63% del mercato pubblicitario tv.
Risultati sopra le attese per Pirelli nei primi nove mesi del 2011. Il gruppo ha riportato un utile netto di 251,3 milioni, in crescita del 56,8%, su ricavi per 4,265 miliardi (+17,9%). Ieri, il cda di Pirelli ha approvato l’emissione di prestiti obbligazionari fino a un massimo di 800 milioni entro fine 2012, «al fine di cogliere con tempestività le migliori opportunità di finanziamento in un contesto di mercati finanziari volatili».
In crescita anche i risultati di Enel Green Power. Il fatturato è salito del 17,6% a 1.859 milioni, mentre il margine operativo lordo è cresciuto del 22,8%. I fondamentali hanno beneficiato dell’aumento della produzione e dei prezzi di vendita in Spagna e Sudamerica. Più complesso il dato dell’utile netto, cresciuto del 3% a 363 milioni. Sul risultato pesano alcune partite straordinarie come l’aumento degli oneri finanziari dovute alla riqualificazione del debito, con un bilanciamento diverso tra prestiti a breve e a lungo, nonché al peso della Robin Tax.
Ieri sono arrivati anche i conti del primo semestre di Vodafone. A livello di gruppo l’utile netto è sceso a 6,68 miliardi di sterline (7,78 miliardi di euro), in flessione dell’11%. Sul mercato italiano Vodafone ha denunciato ricavi da servizi per 4,1 miliardi (-2,3%), mentre continua la crescita dei ricavi da banda larga mobile e servizi multimediali (+18,8%) e dei clienti abbonati privati e aziende (+10,7%).
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