Mediaset, in calo profitti e pubblicità  Per Pirelli trimestrale sopra le attese

Loading

MILANO – Nonostante mantenga il primato sia della raccolta pubblicitaria sia degli ascolti, anche per Mediaset sono tempi di crisi. La società  televisiva di cui il premier Silvio Berlusconi è “mero proprietario” (secondo la definizione della legge Frattini sul conflitto di interesse) ha archiviato i primi 9 mesi del 2011 con un utile netto in discesa a 166,6 milioni rispetto ai 192,6 milioni dell’anno scorso sul quale – tra l’altro – aveva influito la svalutazione della partecipazione di Endemol (pari a 75,4 milioni). In linea i ricavi netti, pari a 3,04 miliardi (-0,17%).
Sul risultato pesa il calo della raccolta pubblicitaria, nonostante sia stato più contenuto rispetto al settore: sulle reti gratuite è scesa del 2,9% a 1,876 miliardi. La diminuzione degli spot e l’aumento dei costi ha influito sui numeri: la generazione di cassa si è dimezzata da 589 a 243 milioni, la posizione finanziaria è arrivata a 1,807 miliardi contro 1,59 miliardi al 31 dicembre scorso.
I dati sono stati diffusi a mercati chiusi, dopo una nuova giornata difficile per il titolo: le azioni Mediaset hanno perso il 3% (contro il balzo dello 0,7% di Piazza Affari), perché gli investitori scommettono che in futuro ci sarà  una riforma del mercato radiotelevisivo che preveda un aumento della concorrenza. Ricordiamo che nel 2010 i ricavi pubblicitari di Mediaset in Italia sono stati pari a 2,8 miliardi, pari al 63% del mercato pubblicitario tv.
Risultati sopra le attese per Pirelli nei primi nove mesi del 2011. Il gruppo ha riportato un utile netto di 251,3 milioni, in crescita del 56,8%, su ricavi per 4,265 miliardi (+17,9%). Ieri, il cda di Pirelli ha approvato l’emissione di prestiti obbligazionari fino a un massimo di 800 milioni entro fine 2012, «al fine di cogliere con tempestività  le migliori opportunità  di finanziamento in un contesto di mercati finanziari volatili».
In crescita anche i risultati di Enel Green Power. Il fatturato è salito del 17,6% a 1.859 milioni, mentre il margine operativo lordo è cresciuto del 22,8%. I fondamentali hanno beneficiato dell’aumento della produzione e dei prezzi di vendita in Spagna e Sudamerica. Più complesso il dato dell’utile netto, cresciuto del 3% a 363 milioni. Sul risultato pesano alcune partite straordinarie come l’aumento degli oneri finanziari dovute alla riqualificazione del debito, con un bilanciamento diverso tra prestiti a breve e a lungo, nonché al peso della Robin Tax.
Ieri sono arrivati anche i conti del primo semestre di Vodafone. A livello di gruppo l’utile netto è sceso a 6,68 miliardi di sterline (7,78 miliardi di euro), in flessione dell’11%. Sul mercato italiano Vodafone ha denunciato ricavi da servizi per 4,1 miliardi (-2,3%), mentre continua la crescita dei ricavi da banda larga mobile e servizi multimediali (+18,8%) e dei clienti abbonati privati e aziende (+10,7%).


Related Articles

LA BATTAGLIA DEL LAVORO CHE DIVIDE LA FRANCIA

Loading

Protesta anti-riforma mentre Juppé lancia un programma liberista

Primo: Maastricht nella Costituzione

Loading

RIFORME «Regola aurea», regola ferrea. Dal 2014 pareggio di bilancio obbligatorio per stato ed enti locali in quattro articoli 

Prezzi giù, Italia in deflazione come nel ‘59

Loading

L’Istat: stagnazione. Schäuble: Draghi? Munizioni esaurite Squinzi: crisi drammatica, serve un progetto per il Paese Industria Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment