«Yulia sta male». Tymoshenko dal carcere all’ospedale

Loading

L’eroina della rivoluzione arancione del 2004 di cui ieri ricorreva l’anniversario, esce dal carcere per andare in ospedale. La sentenza che la condanna a 7 anni decisa in un processo che l’Occidente ritiene motivato politicamente, non viene per ora modificata. Anzi, nei giorni scorsi il Parlamento ha respinto l’ipotesi di depenalizzare il reato di abuso d’ufficio per il quale è stata condannata la Tymoshenko. Ma in carcere Yulia sta male, non riesce ad alzarsi dal letto per i dolori alla schiena e ha sulla pelle misteriose chiazze livide. Il presidente ha quindi «constatato» che nella prigione non ci sono le condizioni per curarla adeguatamente.
Non c’è dubbio sul fatto che le cose si siano mosse a causa delle pressioni internazionali. L’annuncio della semi-liberazione è stato dato da Yanukovich dopo un incontro con la presidente lituana Dalia Grybauskaite che gli aveva appena passato un gelido messaggio della Ue: «L’Europa è rimasta scioccata dalla decisione della Corte sul leader dell’opposizione. In Europa prevale l’opinione che Tymoshenko e i suoi colleghi siano vittime di un processo di neutralizzazione politica». Più chiaro di così! Nel frattempo un aiuto al presidente è venuto dall’ex deputato Nina Karpacheva, incaricata dal Parlamento ucraino di vigilare sul rispetto dei diritti umani. L’esponente politica (che fu eletta come indipendente col partito delle regioni di Yanukovich) ha visitato Yulia in carcere e ha riscontrato la sua difficile situazione fisica: «Condizioni gravi». Un verdetto che consente a Yanukovich anche di salvare la faccia di fronte ai più intransigenti fra i suoi sostenitori (e, soprattutto, finanziatori).
Il presidente ucraino ha puntato molto sull’accordo di associazione alla Ue che si dovrebbe firmare a Kiev il mese prossimo. Sia perché gli interessi economici del Paese sono in gran parte a Ovest, sia perché la pressione del potente alleato a Est che controlla il gas si fa sempre più pesante. Mosca ha attirato Bielorussia e Kazakhstan in una unione doganale che dovrebbe in futuro far nascere una sorta di Ue dell’Est. La presenza dell’Ucraina darebbe a questa scatola vuota un qualche contenuto.
Intanto ieri, nell’anniversario della rivoluzione, le autorità  di Kiev hanno fatto di tutto per bloccare le manifestazioni dell’opposizione. Ricorrendo anche ai metodi che il premier russo Putin adoperava (e che ha spiegato lui stesso) quando era nel direttorato del Kgb che si occupava di reprimere i dissidenti: in caso di manifestazione, organizzare preventivamente un’altra manifestazione e quindi rendere indisponibile la piazza designata. Ieri la Maidan, teatro della rivoluzione del 2004, era chiusa perché si doveva alzare un colossale albero di Natale uguale a quello che sarà  donato al Papa.


Related Articles

Siria, scendono in campo tutte le potenze regionali

Loading

NON ALLINEATI Vedette a Tehran, Ban Ki-moon e il presidente egiziano Morsi: regime di Assad oppressivo. Ma con la Cina dice no all’intervento militare straniero

Cortei anti-migranti in tutta Europa

Loading

Da Dresda a Calais, Amsterdam e Praga: i populisti tedeschi di Pegida internazionalizzano la mobilitazione Ma pochi i partecipanti

L’incubo dei sommersi di Lesbo “Respinte le richieste d’asilo”

Loading

Oltre 4mila rifugiati sono rimasti prigionieri dell’isola greca. “Siamo fuggiti dalla guerra e dalla miseria, ma ci rimandano indietro”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment