by Sergio Segio | 4 Novembre 2011 7:37
ROMA. «Il fatto che il referendum sui vincoli europei in Grecia sia stato considerato un attacco all’Europa dimostra che questa Europa è estranea alla democrazia». È stata proprio la bocciatura dei mercati, e dei governi europei, della «sola idea» di una consultazione popolare in Grecia sul tema del ripianamento del debito, a portare il Comitato No Debito – composto da una serie di sigle dei partiti della sinistra, sindacati e associazioni impegnate in campo politico – a lanciare, nel corso di una conferenza stampa al Rialto Occupato a Roma, una campagna a favore di un referendum che sottoponga al voto dei cittadini italiani le misure economiche imposte dall’Ue. Il tema è complesso, ma il meccanismo di fondo è semplice e investe in pieno la democrazia dei paesi europei: «Di fronte a scelte che, per anni, influiranno sulla vita futura di milioni di persone, i cittadini devono essere chiamati a decidere» spiega Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom. Per semplificare, il testo del quesito – come ha spiegato Franco Russo del Forum Diritti Lavoro – potrebbe risultare più o meno il seguente: «Volete che vengano attuati i piani di salvataggio proposti dall’Unione Europea così come sono descritti dalla lettera che Draghi e Trichet hanno inviato al governo italiano?». La domanda, per il comitato No Debito, è discriminante anche a livello politico: «non si può superare il governo Berlusconi con coalizioni, o con un possibile governo tecnico, che seguiranno comunque i dettami di quella lettera». Una lettera che, per tutte le componenti del Comitato, è da rimandare al mittente. Netta la bocciatura del Comitato delle misure contenute indicate per il rientro del debito: «oltre a colpire i cittadini meno abbienti e attaccare ulteriormente i diritti dei lavoratori» ha spiegato Fabrizio Tomaselli dell’Unione sindacale di base «i diktat della Bce e dell’Unione Europea hanno dimostrato di non essere la cura ma la malattia». Per i prossimi mesi il Comitato No Debito ha annunciato una serie di iniziative: una di queste è l’assemblea nazionale fissata per il 17 dicembre a Roma, per promuovere e far crescere un movimento verso un referendum che, specificano, «non sarà abrogativo ma di indirizzo politico, consultivo». E se non ci sarà una risposta “istituzionale” a questa richiesta, dal Comitato si dicono pronti a organizzare, dal basso, un referendum autogestito.
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