L’Europa che ha paura di noi

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La cancelliera Angela Merkel ha chiarito una volta per tutte perché l’Italia di Silvio Berlusconi è stata trattata dall’Unione europea come lo scantinato continentale. La lettera spedita da Bruxelles a Roma due giorni fa, in cui si chiedono «subito» nuovi interventi sugli impegni presi e una nuova manovra, è stato solo l’ultimo atto. «Ognuno deve sapere – ha detto Merkel parlando ieri alle celebrazioni della caduta del muro di Berlino – che le proprie decisioni nazionali possono avere pesanti conseguenze in Europa ed altrove, poiché abbiamo sempre più a che fare con una politica interna europea». Insomma, l’inadeguatezza di Berlusconi si è trasformata in una minaccia per la stabilità  di Eurolandia e di Germania e Francia in particolare. Se l’Italia affonda – non la Grecia o l’Irlanda o il Portogallo – affonda l’euro. L’interconnessione economica e finanziaria è fatale: se la Francia detiene 355 miliardi di euro in titoli di debito italiani, la Germania, pure ben piazzata in Asia e in Nordamerica, vende nell’eurozona più di un terzo della sua produzione.
«Adesso bisogna eliminare i punti di debolezza e non c’è tempo da perdere», ha continuato la cancelliera pensando sicuramente all’attuale governo italiano. «In Europa ci troviamo tutti in un momento difficile e nella situazione attuale la fiducia è una merce rara, ne serve di più. Gli accordi comuni per il Patto di stabilità  e di crescita proteggono tutti. Se non vengono rispettati, un’istituzione europea deve avere il diritto di poter intervenire nei bilanci nazionali contestati».
Ieri sono arrivati a Roma gli ispettori della Ue e della Bce, primo passo della decisione adottata la scorsa settimana dal G20 di Cannes. I tecnici hanno la missione di sorvegliare i nostri conti e i nostri comportamenti, e possibilmente di non fare prigionieri. Ma nel giorno dello nostro spread stellare, il ministro Renato Brunetta ha trovato il modo di fare un’altra sceneggiata al «nemico» Giulio Tremonti, reo di aver inviato i documenti da mostrare agli ispettori con sospetto ritardo. In una protesta formale inviata al presidente del consiglio, Brunetta chiede di «provocare un chiarimento su questo punto» nel prossimo consiglio dei ministri, come se ieri fosse state una normale giornata di rissa di governo.
Il Financial Times ha usato la parola «collasso» per descrivere il caos finanziario italiano, sotto attacco speculativo dopo il mi dimetterò di Berlusconi. Sui media on line e finanziari, per tutta la giornata si è dibattuto su come, quando e da chi l’Italia può essere salvata, mentre i bookmakers inglesi accettavano scommesse su un bailout alla greca. Nel fondo salva-stati europeo, inizialmente previsto con una base di 440 miliardi di euro, ce ne sarebbero oggi non più di 250. Nelle prossime settimane, riferiva ieri un blogger di Ft, il fondo potrebbe essere portato a mille miliardi, sempre che ciò non accada a tempo scaduto.
Meno pessimisti sono l’agenzia di rating Fitch e il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble. Per Fitch, «contrariamente a quanto prevedono molti esperti, le assicurazioni italiane potrebbero non essere in grado di trasferire gran parte delle perdite dovute a un improbabile default sul debito governativo italiano. Tuttavia nello scenario estremo di un default sovrano, la capacità  delle assicurazioni di trasferire le perdite ai sottoscrittori potrebbe essere significativamente deteriorata». Per il ministro tedesco, secondo le indiscrezioni di Bloomberg, lo spread dei titoli italiani invece non sarebbe preoccupante, perché è su livelli che si registravano nei giorni precedenti l’introduzione dell’euro.
Ma oggi da Bruxelles sono attese le previsioni economiche della Commissione Ue, che metteranno nero su bianco il peggioramento del quadro economico italiano. «Il commissario agli Affari Economici Olli Rehn era preoccupato ieri ed è preoccupato oggi», ha detto il suo portavoce, consapevole che le nuove avranno un ulteriore impatto negativo su borsa e spread. Quel che si pensa dell’Italia a Bruxelles, è comunque già  tutto noto. E ce la faranno pagare anche domani, se continuiamo a mettere a rischio l’Europa. «Le cose in Italia sono cambiate dall’altra sera sera – dice il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker – ora dobbiamo aspettare il prossimo governo che dovrà  farsi carico di tutti gli impegni indicati nella lettera che Berlusconi ha inviato alla Ue». Punto, non è chiaro se a capo.


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