by Sergio Segio | 13 Novembre 2011 8:07
Il 4 novembre Istat e Cnel hanno presentato il primo risultato emerso dall’iniziativa per la misurazione del “Benessere Equo e Sostenibile”, ovvero la definizione di 12 domini considerati essenziali per l’analisi del benessere nel nostro paese. Sono divisi in due blocchi concettuali: domini che afferiscono al benessere individuale (Ambiente, Salute, Benessere economico, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Educazione e formazione, Benessere soggettivo, Relazioni sociali, Sicurezza) e domini di contesto (Paesaggio e patrimonio culturale, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi, Politica e istituzioni).
Sul sito www.misuredelbenessere.it è possibile commentare l’impostazione adottata finora: i domini sono quelli giusti? Ne manca qualcuno? Dovrebbero essere più aggregati o invece alcuni dovrebbero essere divisi? L’etichetta risponde concettualmente alla definizione proposta ed è facilmente comprensibile?
Poi, nei prossimi mesi, ognuno di questi domini dovrà essere rappresentato da un numero limitato di indicatori. In questo modo si sarà arrivati a una misurazione del “benessere”: rimane ancora da affrontare la sua declinazione in “equo” e “sostenibile” (si veda il documento La sfida del Bes).
Per integrare le misure di distribuzione, ovvero l’equità , si deciderà probabilmente di non includere indicatori specifici di disuguaglianza ma di declinare ciascun indicatore di ciascun dominio per una serie di caratteristiche strutturali (ad esempio livelli di reddito, sesso, territorio, ecc.) in modo da osservare separatamente il livello delle componenti di benessere e la loro distribuzione.
Analogamente, anche la sostenibilità sarà affrontata separatamente. Stabilire se il livello attuale di benessere potrà essere trasmesso alle generazioni future è estremamente difficile. Difficilmente ciò può essere misurato con gli stessi strumenti e indicatori del benessere attuale e difficilmente ciò può essere misurato dominio per dominio. Secondo l’impostazione offerta dalla Commissione scientifica dell’iniziativa, per poter integrare la sostenibilità nel Bes è necessario considerare gli indicatori di sostenibilità a parte, in modo da avere una valutazione della qualità della vita a oggi separata dalla valutazione della sua sostenibilità (sganciando le aree di sostenibilità da un rapporto uno a uno con i domini considerati per la misurazione del benessere).
Nel 2010 Sbilanciamoci! propose un ampio tavolo di discussione su questi temi e lanciato un processo deliberativo per l’adozione di un rinnovato set di indicatori in grado di offrire delle linee guida all’azione dei governi. Tale iniziativa è stata di fatto ripresa in forma istituzionale presso il Cnel attraverso un tavolo con rappresentanze delle parti sociali e del terzo settore. Dal 4 novembre scorso chiunque ha spazio per intervenire nel dibattito in corso.
(articolo tratto da www.sbilanciamoci.info)
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/11/lerede-del-pil-si-chiama-bes/
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