L’energia e l’acqua I rincari delle bollette
MILANO — È l’autunno caldo delle bollette. Con il costo dell’acqua aumentato a doppia cifra e tre volte l’inflazione dal 2009 a oggi. E quello dell’energia e dei trasporti schizzato in alto come non si vedeva da vent’anni.
Secondo l’indagine su 46 città d’Italia dell’associazione consumatori Altroconsumo, l’aumento medio delle bollette idriche è del 12,5% (+42% ad Aosta) e quasi 30 euro in più all’anno a famiglia. La città più cara è Firenze: un nucleo di tre persone paga in media 503 euro l’anno (+12%). Quasi quattro volte di più di chi vive a Milano (129 euro), anche se rincarata del 17%. In media l’acqua costa di più al Centro (371 euro l’anno), un po’ meno al Nord (271 euro) e meno ancora al Sud (254 euro). La media nazionale è di 290 euro.
La fotografia scattata da Altroconsumo è quella di un settore senza regole e programmazione. «Un’anarchia generalizzata», spiega il presidente dell’associazione Paolo Martinello, «perché passato il referendum non va tutto bene. Serve subito una regolamentazione a livello nazionale e la neonata agenzia, con tutti i suoi handicap, deve iniziare subito a lavorare per vigilare sull’applicazione delle tariffe, dei piani di investimento e per stabilire standard omogenei di qualità ». Luciano Baggiani, presidente dell’Associazione dei gestori del servizio idrico (Anea) dice che «il problema è la disomogeneità del territorio: le tariffe sono più elevate dove le condizioni strutturali lo impongono, perché sono stati fatti in passato meno investimenti, perché le fonti sono lontane dai centri abitati, perché l’orografia influisce sulla qualità dell’acqua». Baggiani non esclude le inefficienze, ma dice anche che «è difficile accertarlo per i ritardi nella raccolta dati». Ieri, intanto, i movimenti dell’acqua sono tornati in piazza per ribadire il loro «giù le mani dall’esito del referendum». Quello di giugno con il quale i cittadini hanno detto «sì» all’abrogazione del provvedimento con il quale si voleva privatizzare l’acqua.
Le notizie non sono buone nemmeno sul fronte energetico. Secondo la Confartigianato a settembre 2011 si è toccato il record (negativo) della bolletta degli ultimi due decenni: 61,9 miliardi di euro e quasi il 4% del Pil. L’aumento, rispetto al 2010, è del 26,5%. Ogni famiglia, in media, paga all’anno 2.458 euro e la voce che, più di tutte, ha fatto schizzare in alto il conto è stato il petrolio: nel periodo marzo 2009-settembre 2011 è aumentato del 143%. E così, a cascata, sono rincarati i carburanti, i trasporti e il gas. A pagare il caro petrolio è tutta l’eurozona. Ma in Italia l’aumento è più marcato. Se nel periodo ottobre 2010-ottobre 2011 il prezzo dei carburanti nell’area euro è aumentato del 14.4%, nel nostro Paese è stato del 17,4%. Stesso discorso per il gas (+10,1 nell’eurozona, +12,2% in Italia) e i trasporti (+4,5 e +7,7%). A proposito di questi ultimi: Potenza è la città che segna il rincaro più marcato: 10,5%. Subito dopo Venezia (+9,1%), Verbania (+9%) e Trento (+8,8%).
«Il gasolio destinato all’attività agricola è aumentato del 46%», denuncia la Coldiretti. Che aggiunge: «In Italia l’86% dei trasporti commerciali avviene su gomma e l’aumento dei costi energetici ha un effetto valanga sul prezzo finale di vendita dei prodotti che, prima di arrivare sulle nostre tavole, percorrono circa 2.000 chilometri».
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