by Sergio Segio | 25 Novembre 2011 19:01
L’Inail riferisce che “per almeno tre ore tra la mezzanotte e le sei del mattino” i lavoratori notturni devono prestare “particolare attenzione tra l’una e le due e tra le cinque e le sei. In questi orari, infatti, si concentrano circa la meta’ degli infortuni che riguardano i lavoratori della notte, e il dato resta costante negli ultimi cinque anni presi in considerazione, dal 2006 al 2010”.
Nel particolare “sono l’8,5% degli occupati, sette su 10 turnisti. Nel 2010, secondo i dati Istat, i lavoratori notturni sono stati 1,9 milioni, l’8,5% del totale degli occupati. Le donne rappresentano il 28,6%, quota inferiore rispetto al 40,3% registrato per tutti i lavoratori. Fra gli occupati il 30% e’ impiegato esclusivamente in orario notturno, mentre il 70% e’ turnista (di questi i tre quarti hanno lavorato di notte una sola volta nel corso del mese). Le denunce di infortunio ai livelli del 2006 e 2007. Gli infortuni notturni avvenuti nel 2010 sono stati 19.565, 1.317 in piu’ rispetto al 2009, pari a un aumento del 7,2%, in controtendenza rispetto al calo registrato nei due anni precedenti”.
Aumentano quindi anche gli infortuni femminili in orario notturno (+8,6% rispetto al 2009) e ancora piu’ consistente e’ l’incremento tra i lavoratori notturni nati all’estero (+10,6%), mentre resta sostanzialmente stabile il numero dei casi mortali: circa 50 all’anno. In termini percentuali le professioni piu’ soggette a infortunio sono proprio quelle svolte prevalentemente di notte: autisti (6,4%), infermieri e inservienti (5,2%), guardie giurate (4,8%) e operatori ecologici (4,2%). Tra i soli lavoratori stranieri, invece, gli infortuni sono piu’ frequenti tra i facchini (9,8%) e i magazzinieri (6,6%). Nel complesso, comunque, gli infortuni sul lavoro avvenuti di notte nel 2010 sono pari soltanto al 2,5% del totale. Il lavoro notturno e’ da tempo riconosciuto come “antibiologico e quindi va considerato un fattore di rischio che ha delle conseguenze sulla probabilita’ di infortunio”.
Uno studio della Consulenza statistico attuariale Inail, che ha misurato la sua rischiosita’ attraverso l’incidenza infortunistica – ovvero il rapporto tra gli infortuni denunciati e i lavoratori esposti al rischio notturno – “ha rivelato pero’ che per l’anno 2010 e’ stata pari al 27‰, inferiore a quella registrata per il totale dei lavoratori (34‰)”. (DIRE)
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