La produzione industriale crolla del 4,8%
ROMA – Scivolone della produzione industriale che a settembre diminuisce del 4,8% rispetto ad agosto mentre il dato corretto per gli effetti di calendario, diminuisce del 2,7% sul settembre 2010. È il peggiore risultato da tre anni con previsioni al ribasso anche per ottobre: il centro studi di Confindustria stima, infatti, una nuova diminuzione di quasi mezzo punto percentuale.
Settembre si conferma un mese “nero” anche per il colosso manifatturiero per eccellenza, la Germania che lascia sul terreno il 2,7%. Male anche la Francia (-1,7%), con cali della produzione che, in ogni caso, risultano meno pesanti rispetto a quelli registrati dall’Istat in Italia.
Dove gli unici comparti che tengono o progrediscono a livello tendenziale sono quello energetico, che sale del 7,4%, la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+3,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (+2%) e la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) che cresce dell’1,8%. Ma la crisi e il calo dell’industria italiana si fanno sentire pesantemente in altri settori che in settembre registrano le diminuzioni tendenziali più ampie. Tra questi ci sono le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori che lasciano sul terreno il 12,7% rispetto al settembre del 2010 e la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche a meno 8,3%. Una performance particolarmente negativa soprattutto per gli autoveicoli che perdono quasi il 16 per cento.
Secondo il centro studi confindustriale, settembre ha «annullato l’anomalo balzo di agosto». Il Csc aggiunge che ad ottobre la distanza dal picco di attività precedente la crisi (l’aprile del 2008) si allargherà , arrivando al meno 19,2%, mentre il recupero dai minimi di marzo 2009 si attesterà al 9,3%. In questo modo la produzione monitorata a ottobre potrebbe tornare ai livelli dell’aprile 2010.
Per la Cgil questo drammatico calo è figlio della politica del centrodestra in questi anni di guida del Paese: «Sono danni prodotti dal governo Berlusconi al sistema economico». Anche dai campi parte un allarme rosso con la produzione agricola che fa ancora una volta deve fare i conti con la crisi: secondo i dati della Coldiretti il calo registrato nel 2011 è causato dalle forti riduzioni registrate nei raccolti di grano tenero per il pane (meno 25%), in quello duro per la pasta (meno 9%), nella vendemmia (meno 10%) e anche per l’olio di oliva (meno 5%).
La produzione agricola ha fatto segnare una significativa riduzione nei comparti di frumento, vino, olio di oliva, suini e bovini da macello, mentre crescono i prodotti lattiero-caseari e la frutta fresca. E il 2011, con appena 42,3 milioni di ettolitri (meno 10% sul 2010) si preannuncia, per la vitivinicoltura, una delle produzioni più scarse degli ultimi 50 anni.
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