La giungla delle raccomandate e dei pacchi Altroconsumo: su 1638 invii 246 reclami

by Sergio Segio | 29 Novembre 2011 7:44

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ROMA – Bollette che arrivano dopo la scadenza, pacchi mai consegnati, cartoline di raccomandate con ricevuta di ritorno che “ritornano” al mittente dopo qualche settimana, pacchi lasciati in mezzo alla strada. Ci risiamo: ci risiamo con il ritornello delle inefficienze postali. Ma stavolta non si parla più della posta semplice – che costa di più della vecchia “ordinaria” viaggiando alla stessa velocità  – ma di raccomandate e pacchi nazionali: quelli che si pagano da 3,30 (raccomandata semplice) a 30,25 euro (pacco celere Maxi).
Altroconsumo ha effettuato un’indagine proprio per monitorare la qualità  del servizio di consegna di posta prioritaria, lettere raccomandate e pacchi: su 1.638 spedizioni 246 sono state oggetto di reclamo perché arrivate danneggiate, mai arrivate o arrivate in ritardo. Di questi solo per uno è stato corrisposto un rimborso per il danno subito. Danno che spesso non è legato al valore della spedizione in sé ma al fatto che il disservizio possa avere delle conseguenze. «Sono cliente di un editore che mi spedisce i libri a casa – spiega una utente – . Più volte sono stata contattata dal servizio clienti che sollecitava il pagamento di volumi spediti ma a me mai arrivati. Ho dovuto inviare via fax per ben tre volte una liberatoria per mancata ricezione della merce. L’altro giorno trovo il pacco fuori dal portone: erano i libri. Spediti a marzo».
Stessa storia per le raccomandate, talvolta meno “sicure” e celeri della posta prioritaria, ma indispensabili quando si deve provare l’invio. «Aspettavo una card promozionale, inviatami a casa per posta prioritaria ma mai arrivata – spiega un altro utente – Me la sono fatta spedire con raccomandata al lavoro: dopo 4 giorni in giacenza in un ufficio postale, mi è comunque arrivata a casa anche se sulla cartolina l’indirizzo era quello del lavoro. Un mistero». E sempre a proposito delle raccomandate, sono frequenti i casi di invio della ricevuta di ritorno in ampio ritardo rispetto alle esigenze del mittente.
Tra le chiavi di lettura sul perché dei disservizi, c’è quella relativa al sempre maggiore impegno di Poste Italiane su nuovi servizi, soprattutto finanziari, che garantiscono maggiore redditività  a discapito del core business della consegna di lettere e pacchi. Purtroppo però, nonostante la liberalizzazione del settore, in Italia le Poste restano monopoliste, perché gli è stato assegnato – per decreto e non per bando – per i prossimi 15 anni il “servizio universale” ossia la consegna in tutta Italia di posta (fino a 2 kg) e pacchi (fino a 20 kg), comprese bollette e bollettini. C’è anche chi si è visto saltare un affare per un plico consegnato nella città  sbagliata. Come un’impresa che non ha potuto partecipare a una gara d’appalto perché la sua domanda è stata consegnata a Reggio Calabria invece che a Reggio Emilia. Dopo ricorsi su ricorsi la Corte Costituzionale ha dato ragione all’azienda, che è stata non solo rimborsata ma anche risarcita per il danno da Poste.
L’alternativa potrebbe essere rivolgersi ai corrieri, spendendo qualcosa in più. Ma anche in questo caso il disservizio è dietro l’angolo come racconta un’altra utente: «Sono anni che spedisco 50 litri di olio da Siracusa a Roma, sempre con le Poste, ma quest’anno ho scelto il corriere Tnt. Anche se avevo specificato di voler essere chiamata prima della consegna, il corriere passa, suona al vicino, disponibile a prendere la consegna, ma poi decide di non lasciare il pacco. Non lascia alcun avviso e sparisce nel nulla. Non solo, quando telefono al call center mi dicono che l’olio è stato consegnato a un vicino, con un nome a me sconosciuto. Il fattorino ha inoltre detto di aver consegnato agli addetti alla manutenzione del palazzo: proprio nel giorno in cui la manutenzione non viene effettuata».

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