In Italia arriva la recessione Ocse: “Nel 2012 crescita -0,5%” la Ue rafforza il fondo salva-Stati
ROMA – Due previsioni oscure proprio quando in Europa e negli Usa si moltiplicano le riunioni al capezzale dell’euro. La prima, elaborata dall’Ocse, segnala che dall’anno prossimo l’Italia sarà in recessione con una crescita negativa dello 0,5%. La seconda, abbozzata da Moody’s, non esclude «default multipli» dentro Eurolandia. Nel mezzo, una anticipazione apparsa su Sueddeutsche online secondo cui oggi, all’Eurogruppo, si deciderà di mettere subito 750 miliardi a disposizione del Fondo salva-stati: l’Italia sarebbe la prima a poterne beneficiare. Quindi una ridda di voci e di smentite. Per esempio: non è vero che l’Italia ha chiesto aiuti per 600 miliardi al Fmi («nessuna trattativa», spiegano Fondo e Ue). E’ falso, secondo fonti tedesche, che la Germania voglia promuovere degli «elite bond», d’intesa solo con i partner dotati della tripla A, per assistere chi è in crisi. Dalla Banca d’Italia, un suggerimento al governo: contro l’evasione, spiega Tarantola, bisogna abbassare i limiti per l’uso del contante.
E dunque, l’Italia è destinata a scivolare nel tunnel della recessione, con una disoccupazione che salirà all’8,6%. «Bisogna bloccare il rischio-contagio e agire con urgenza», ammonisce il capo economista Ocse, Pier Carlo Padoan. «E’ giusto l’approccio di Monti per affrontare la crisi. Ma il momento è critico, l’economia globale si è deteriorata». E in ogni caso, «uscire dall’euro costa più che difenderlo». Di fronte all’ipotesi estrema della recessione, tutti i leader politici – da Bersani ad Alfano – parlano di dati «non inaspettati» e confidano nelle scelte del governo. Al premier, l’Ocse suggerisce «di puntare dritto al pareggio di bilancio nel 2013, di ridurre il debito e mettere in fretta in cantiere le riforme strutturali per la crescita». L’anno prossimo, nella stessa situazione dell’Italia, ci saranno Grecia, Portogallo e Ungheria. Eurolandia crescerà dello 0,2% appena); le stime della locomotiva Germania sono riviste al ribasso (da più 2,5% a 0,6%). In Francia e Spagna sviluppo limitato ad un più 0,3%. L’Ocse elabora anche tre scenari, ancora più bui: il fallimento di un paese piccolo, un grande default con contagio, l’uscita di qualcuno dalla zona-euro.
Grosso modo quel che ipotizza l’agenzia di rating Moody’s: le probabilità di fallimenti multipli dentro Eurolandia «non sono più irrilevanti». Se la crisi di liquidità si protrae, «più rapidamente salgono le possibilità di un default». Servono subito delle misure; sono a rischio i rating di tutta l’area. C’è anche una annotazione nel rapporto: «In termini politici l’area euro si avvicina ad un bivio che la porterà o verso una più stretta integrazione o verso una maggiore frammentazione».
Nell’attesa, si accende il dibattito sul che fare. Col fondo salva Stati, anzitutto: giusto ieri la Commissione Bilancio del Bundestag ha detto si alle linee guida per rafforzare questo organismo; con il via libera il governo tedesco può appunto negoziare all’Eurogruppo. Si dice che l’Europa sia pronta perfino a quadruplicare le disponibilità del Fondo, se necessario. Infine la Ue è contraria al «piano» franco-tedesco per rivedere i Trattati e fare una Schengen dell’euro: «Il metodo comunitario dà migliori risultati».
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