In arrivo la stangata di Sarkozy

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PARIGI.  Per salvare la tripla AAA – il giudizio delle agenzie di rating – il governo Fillon impone alla Francia il più rigoroso giro di vite per la spesa pubblica del dopoguerra, mentre nel paese la disoccupazione è ormai al 9,9%. Il piano di austerità  ipoteca il futuro e l’eventuale margine di manovra dei socialisti, in caso di vittoria nel 2012 (presidenziali e legislative): Fillon ha affermato di voler economizzare 100 miliardi di euro, per raggiungere l’equilibro di bilancio nel 2016, cominciando con un deficit del 4,5% nel 2012, del 3% nel 2013 e 2% nel 2014.
Questo piano «non peserà  sulla crescita, non mettiamo in causa gli investimenti strutturali», ha assicurato Fillon, senza convincere nessuno.
La lista della manovra è una sequenza di misure che colpiscono famiglie e lavoratori. Prima di tutto, il rialzo dell’età  della pensione a 62 anni arriverà  un anno prima del previsto, già  nel 2017. Aumenta l’Iva nei settori (ristorazione e edilizia) dove Sarkozy l’aveva abbassata nel 2007 e passa dal 5,5% al 7%, per adeguarsi ai tassi praticati in Germania. Tutte le prestazioni sociali aumenteranno solo dell’1%, cioè della percentuale del tasso di crescita prevista dal governo, in ribasso rispetto alla prima stesura della finanziaria 2012, che aveva puntato sull’1,75%.
Il governo inquadra la spesa sanitaria, che non potrà  eccedere un aumento del 2,5%. Fillon pensa di recuperare 2,6 miliardi abolendo alcune «nicchie fiscali». Aumentano poi del 5% le tasse sulle società , ma la novità  riguarda solo i grandi gruppi. Lo stato farà  altri 500 milioni di economie nella spesa.
Per rendere un po’ digeribile la manovra, la seconda in pochi mesi (dopo un precedente piano anti-deficit del 24 agosto scorso, ancora in via di approvazione), Fillon ha annunciato il blocco dello stipendio del presidente della Repubblica e dei ministri (in realtà  sulla carta sarebbe già  in vigore dal 2010), oltre a un calo del 5% del tetto della spesa che viene rimborsata ai partiti per le campagne elettorali.
Le reazioni non si sono fatte attendere, la sinistra unanime denuncia una «dilapidazione del modello sociale francese». Anche all’Ump, il partito di Sarkozy, la corrente populista della Destra popolare protesta e chiede al governo di «cambiare radicalmente logica monetaria, i piani di rigore successivi portano alla recessione dappertutto in Europa».
I sindacati si preparano a una risposta, ha informato Franà§ois Chérèque della Cfdt, secondo il quale «il secondo piano di rigore in tre mesi resta soprattutto una mossa difensiva», si tratta di «un suicidio sociale» che non presenta nessuna misura per la crescita. Per Jean-Claude Mailly di Force ouvrière, il piano è la prova che «il governo è nelle mani dei mercati finanziari». Per Mailly, adottando una «logica di austerità  e quindi di diminuzione della crescita stiamo scivolando verso una situazione alla greca».
La sinistra ha tutta insieme reagito negativamente. Secondo Martine Aubry, Fillon ha annunciato una svolta politica «pericolosa per l’economia». Franà§ois Hollande, che come candidato socialista alle presidenziali non nega la necessità  di risanare i conti, promette di «dare un senso» al rigore, inteso come «gestione seria delle finanze pubbliche» e come «rigore verso i più ricchi, visto che hanno già  avuto molto» con i regali fiscali di Sarkozy.
Benoà¯t Hamon, portavoce del Ps, ricorda che la presidenza Sarkozy ha prodotto 75 miliardi di deficit cumulato a causa delle misure fiscali a favore dei più ricchi, adottate nel 2007 (e solo leggermente ritoccate ultimamente). Per Pierre Moscovici, portavoce del candidato socialista alle presidenziali Franà§ois Hollande, «c’è un’ingiustizia sociale, sul piano economico è un’aberrazione, se volevano creare ancora più disoccupazione tra i giovani, renderli ancora più disperati, non avrebbero fatto altrimenti».
Michel Sapin, ex ministro socialista dell’economia, siamo di fronte al «circolo infernale austerità -rallentamento della crescita». Eva Joly, candidata di Europa Ecologia-I Verdi alle presidenziali sottolinea che «di nuovo non saranno i ricchi a pagare, ma saranno i servizi pubblici, la sanità , la scuola, l’ambiente, la sicurezza e le case popolari a pagare». Jean-Luc Mélenchon, candidato all’Eliseo del Parti de Gauche, definisce il piano «controsenso totale».
Ma Sarkozy ha in mente solo la conservazione del rating AAA per la Francia, che permette al paese di avere dei tassi di interesse bassi e di restare sullo stesso piano della Germania. Il piano Fillon è una manovra sul medio periodo, che Sarkozy spera non sarà  troppo sentita nell’immediato, per evitare di frenare la propria campagna per la rielezione nel 2012. Ma la distanza tra la Germania e la Francia non fa che amplificarsi. Mentre Sarkozy impone una stretta per fare economia, in Germania Angela Merkel riflette su sgravi fiscali per 6 miliardi.


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