Il ministro al-Moualem: «Non andrà come in Libia»
Ban-Ki-moon: «L’Onu è pronta a intervenire per difendere la popolazione» «Non siamo la Libia, quello scenario non si ripeterà , il popolo non deve temere». Così il ministro degli esteri siriano, Walid al Moualem, ha commentato in conferenza stampa la sospensione provvisoria di Damasco decisa sabato scorso dalla Lega araba con la sola opposizione di Libano e Yemen e l’astensione dell’Iraq. Una disposizione che prende avvio domani, e che l’Unione europea ha deciso di accompagnare estendendo le sanzioni a 18 persone, prevalentemente militari siriani, e congelando i prestiti europei nel paese. La Francia, però – ha detto il ministro degli esteri, Alain Juppé, vorrebbe fare anche di più «per proteggere i civili» dal regime di Bashar al Assad: intanto inviando sul posto osservatori Onu. La Lega araba ha già deciso che manderà una delegazione di 500 persone (Ong per i diritti umani, media, soccorritori e militari). La data della partenza verrà decisa il 16 a Rabat, nella riunione dei ministri degli Esteri.
L’Onu è pronta a intervenire «quando sarà richiesto», ha dichiarato ieri il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon. Ban ha apprezzato l’intenzione della Lega Araba di proteggere i civili, ma ha precisato che spetta al Consiglio di sicurezza decidere se e quando riportare sul tavolo dei Quindici un’eventuale bozza di risoluzione contro il regime di Assad. Anche il re di Giordania, Abdallah II, ha invitato Bashar al Assad ha «lasciare il potere», e la Turchia, un tempo alleata di Damasco, per bocca del suo ministro degli esteri, Ahmet Davutoglu, ha espresso sostegno alla «lotta legittima» del popolo siriano. E, da Parigi, dove si è organizzata l’opposizione, lo zio di Bashar, Rifaat al-Assad, del Consiglio nazionale democratico, si è candidato a prendere il posto del nipote.
Per Walid al-Moualem, invece, la crisi in Siria è in via di soluzione. La lega araba – ha detto – ha subìto l’influenza Usa per via delle «ferme posizioni» della Siria, alleata dell’Iran, e ha preso una via «estremamente pericolosa»: tantopiù vista l’opposizione della Russia – che ha definito «scorretta» la decisione, e della Cina (altro alleato di Damasco) che ha comunque esortato il regime ad attuare il piano di pace proposto dalla Lega araba a inizio novembre. Al-Moualem ha chiesto la convocazione di un vertice dei capi di stato dei paesi membri della Lega per discutere degli avvenimenti che sconvolgono il paese da marzo e che avrebbero già provocato 3.500 morti.
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