by Sergio Segio | 23 Novembre 2011 7:39
BRUXELLES — Non ci sono dubbi, né tantomeno rinvii. Il pareggio di bilancio si farà , come previsto, nel 2013. Tanto che per centrare l’obiettivo, d’accordo con la Commissione e il Consiglio europeo, il governo guidato da Mario Monti si appresta a varare tra pochi giorni una nuova manovra correttiva dei conti pubblici, sul prossimo biennio, di 15 miliardi di euro. Anche la data è già stabilita. Il decreto per i conti pubblici, che conterrà anche le prime misure per la crescita dell’economia, arriverà tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella successiva, cioè tra l’Eurogruppo del 29 novembre e il Consiglio europeo dell’8 dicembre.
Della dimensione e del timing della manovra, la «quater» di questo terribile 2011, il presidente del Consiglio Mario Monti, ha discusso a lungo, ieri, con il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, e del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy. Quella a Bruxelles era una visita di cortesia istituzionale, da nuovo presidente del Consiglio, anche se Monti c’è arrivato preparato da ministro dell’Economia. Accompagnato non a caso dal direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, e da una parte dello staff che fu di Giulio Tremonti.
Gli ispettori della Commissione Ue sono stati a Roma tutta la settimana scorsa e, dopo la lettera di impegni del governo Berlusconi, la richiesta di chiarimenti e le risposte di Tremonti, sono quasi pronti a fare il loro rapporto sullo stato della finanza pubblica italiana. Torneranno a Roma venerdì, insieme al commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, per avere direttamente da Monti, oltre che dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, gli ultimi chiarimenti.
Anche se non è del tutto definito, il monitoraggio della Commissione offre già una prospettiva certa. Con una crescita dell’economia inferiore al previsto (Bruxelles sostiene che nel 2011 e nel 2012 l’Italia crescerà meno di quanto sperava il governo Berlusconi, lo 0,5% quest’anno invece dello 0,7%, e appena lo 0,1% nel 2012 rispetto allo 0,6% stimato dall’esecutivo) e una spesa per gli interessi sul debito più elevata, per colpa degli spread, al pareggio promesso nel 2013 da Silvio Berlusconi mancano almeno 15 miliardi: 7 da fare nel 2012, altrettanti nel 2013. Cui si dovranno aggiungere 4 miliardi l’anno prossimo e altri 16 nel 2013, già conteggiati per il pareggio ma sostanzialmente indefiniti, perché rinviati a una delega per la riforma del fisco e dell’assistenza.
Dopo la visita a Roma, la Commissione presenterà il suo rapporto di monitoraggio sull’Italia ai ministri delle Finanze della zona euro, con la richiesta di misure aggiuntive, nella riunione dell’Eurogruppo del 29 novembre. In quella sede Mario Monti spiegherà ai suoi colleghi come il governo italiano intende provvedere alle nuove esigenze che si prospettano. E il presidente del Consiglio italiano vuole arrivare alla riunione dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea dell’8 e 9 dicembre a Bruxelles con il compito già fatto. Con la manovra correttiva e le prime misure per la crescita già approvate dal Consiglio dei ministri e presentate al Parlamento, al quale sarà chiesto di dare via libera al pacchetto entro fine anno, così che possa essere operativo dal primo gennaio del 2012.
L’intenzione del premier è quella di presentare un pacchetto equilibrato. Con le misure per chiudere il buco dei conti pubblici, con la revisione dell’imposizione fiscale sugli immobili, la reintroduzione dell’Ici sulle prime case e la rivalutazione delle rendite catastali, se non con qualche altra forma di tassazione patrimoniale, e le dismissioni. E poi gli interventi, primi tra tutti le liberalizzazioni e la riforma degli ordini professionali, per la crescita dell’economia. Un punto su cui Monti ha insistito molto ieri a Bruxelles e insisterà molto domani con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Il problema in Europa c’è, Monti lo avverte. Ma sa benissimo che non è l’Italia a poter chiedere oggi sconti sul risanamento in nome del Pil.
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