Il contagio: Parigi dopo Atene e Roma?
PARIGI — Alle 15 e 57 di ieri il sito di Standard & Poor’s annunciava il downgrading della Francia. La catastrofe, per un Paese che «fa di tutto» (come ha detto mesi fa il premier Fillon) pur di mantenere la «tripla A». Il voto più alto delle agenzie di rating è da mesi il totem al quale la Francia si rivolge con tutte le forze per agire nella crisi da protagonista, e non da Paese in grave difficoltà come Grecia e Italia. Nella giornata in cui Parigi era sotto attacco dei mercati già dal mattino, la clamorosa notizia ha fatto saltare i nervi al governo, soprattutto perché era falsa. «Un errore tecnico», si è precipitata a chiarire la direzione dell’agenzia.
Ma pochi minuti sono bastati per creare il panico: il rendimento dei titoli francesi a 10 anni è aumentato fino a toccare il 3,46%, in una giornata pessima che ha visto lo spread con i titoli tedeschi toccare quota 170 punti. Sembrano pochi, rispetto ai 575 di differenza tra Btp italiani e bund tedeschi di mercoledì, ma non lo sono affatto, se si considera che un anno fa, in piena crisi greca, lo spread tra titoli francesi e tedeschi era di appena 45 punti. Il ministro delle Finanze Franà§ois Baroin ha chiesto alle autorità francesi ed europee un’indagine per capire come un simile errore — che non appare così innocente — sia stato possibile, ma la notizia falsa ha comunque messo a nudo quella vera: il contagio dalla Grecia all’Italia ora tocca la Francia. Gli investitori già preoccupati per i 1.900 miliardi di euro di debito della settima economia mondiale (l’Italia) ora chiedono conto dei 1.700 della quinta potenza economica del Pianeta, la Francia.
Solo pochi giorni fa al G20 di Cannes il presidente del summit Nicolas Sarkozy si proponeva come il salvatore dell’euro assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel, entrambi uniti nella chimera «Merkozy» al comando dell’Europa. Ma se il ruolo di guida della Merkel è sostenuto dai numeri della Germania, Sarkozy comanda con i piedi piantati nelle sabbie mobili. Lunedì scorso il premier Franà§ois Fillon ha illustrato ai francesi — affinché tutte le piazze finanziarie ascoltassero — un nuovo piano di rigore per raccogliere altri 65 miliardi di euro da oggi al 2016, dopo l’insufficiente manovra da 12 miliardi di fine agosto.
Non basta ancora. Il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn ieri ha criticato lo stato delle finanze pubbliche francesi: «Salutiamo con favore le recenti misure prese dal governo, ma per il 2013 altri provvedimenti supplementari si rendono necessari allo scopo di correggere il deficit pubblico eccessivo». E mentre nei summit si ripete il mantra della solidarietà , la situazione sempre più difficile costringe le banche francesi a sbarazzarsi del debito italiano. Bnp Paribas ha ridotto del 60% la sua esposizione verso l’Italia: dai 20,5 miliardi di euro del 30 giugno agli 8,3 miliardi del 31 ottobre. Le «sorelle latine», come le chiama Sarkozy, cercano di salvarsi ognuna per proprio conto.
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