by Sergio Segio | 9 Novembre 2011 8:01
La maggioranza dei metalmeccanici italiani condivide la piattaforma contrattuale presentata dalla Fiom. Nei luoghi in cui è stato possibile tenere assemblee e votare, ha partecipato alla consultazione il 61,47% dei lavoratori coinvolti e i sì hanno stravinto raggiungendo il 95,16% dei votanti. Ha votato il triplo degli iscritti alla Fiom, segno di un consenso molto ampio che «conferma – ci ha detto il segretario generale Maurizio Landini – come il nostro sia il sindacato più rappresentativo nella categoria. Di questo risultato e di quel che sta a significare dovrebbero prendere atto tutti, Federmeccanica, Fim e Uilm». Le lavoratrici e i lavoratori che hanno votato la piattaforma sono più di 372 mila, a fronte dei 137 mila iscritti alla Fiom.
Non è facile svolgere una consultazione democratica di questi tempi. In molte aziende – e parliamo comunque di quelle dove i sindacati sono presenti e i dipendenti sono più di 15, dunque forti dello Statuto dei lavoratori – la cassa integrazione è il primo ostacolo, in altre le ore di assemblea sindacale sono state già consumate integralmente, in qualche caso le altre organizzazioni sindacali hanno reso difficile, se non impossibile, l’utilizzo del monte ore da parte della Fiom. Del resto, Fim e Uilm hanno accettato il diktat Fiat che esclude la Fiom da ogni pratica sindacale nelle aziende, in quanto non firmataria degli accordi. È il caso della Fiat, dove l’amministratore delegato Sergio Marchionne con i suoi referendum-ricatto (lavoro in cambio dei diritti) e la successiva uscita dalla Confindustria ha dato il via al processo di deregulation legislativa del ministro Sacconi, che ha portato il governo a inserire nella manovra d’agosto il famigerato articolo 8.
In questo contesto, dunque, la partecipazione e l’esito del referendum organizzato dalla Fiom sulla piattaforma contrattuale acquistano un valore particolare. «La partecipazione – continua Landini – è la più alta mai raggiunta in passato. Diamo un significato molto positivo all’andamento della consultazione nel gruppo Fiat, dove il contratto nazionale è stato cancellato e sostituito dal “contratto Marchionne”: più della metà dei dipendenti della multinazionale dell’auto, il 56%, con il 94% dei sì ha detto alla Fiom, alla Fiat e tutti agli altri sindacati che condividendo la nostra piattaforma intendono impegnarsi nella riconquista del contratto nazionale». Dai meccanici della Cgil arriva nuovo alimento alla democrazia.
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