I ribelli Tuareg: «Pronti alle armi per l’indipendenza del Nord»

Loading

 «Siamo pronti a dichiarare l’indipendenza del nord del Mali, se non ci verrà  concessa daremo avvio alla lotta armata contro il governo». Con questo annuncio, il gruppo Tuareg per la Liberazione dell’Azawad ha lanciato un ultimatum al presidente maliano Amadou Toumanì Touré (soprannominato Att), dandogli tempo fino al 5 novembre per prendere una decisione. Alla rivendicazione hanno aderito tutte le organizzazioni indipendentiste Tuareg presenti nella regione, come il Movimento Nazionale Azawad, il Movimento Tuareg per la Liberazione dell’Azawad e il Movimento popolare per la Liberazione dell’Azawad. I ribelli del nord del Mali affermano di poter contare su 7.000 effettivi, a cui vanno aggiunti quelli arruolati nell’esercito libico, che hanno fatto ritorno in patria dopo l’uccisione di Muammar Gheddafi. «Migliaia di nostri combattenti sono ritornati dalla Libia dove hanno aiutato l’esercito del regime di Muammar Gheddafi – ha dichiarato un portavoce del gruppo ribelle ai media locali – questi Tuareg ritornati ora fanno parte delle nostre forze armate».

I Tuareg, una comunità  nomade di circa 1,5 milioni di persone, appartenenti a diverse tribù, sono dislocati in Niger, in Mali, in Algeria, in Libia e in Burkina Faso. Il Mali e il Niger sono stati teatro di rivolte negli anni ’90 e all’inizio del 2000, e nuovamente tra il 2006 il 2009. Al termine delle ribellioni – che avevano come obbiettivo il riconoscimento dell’identità  e la creazione di uno stato tuareg – molti militanti e combattenti sono partiti per la Libia, dove sono stati accolti dal regime di Gheddafi e hanno integrato l’esercito e le forze di sicurezza libiche. Dopo la caduta del Colonnello e a seguito delle vendette del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) sono rientrati a centinaia nel nord del Mali, soprattutto nella regione dell’Azawad, portandosi dietro le armi. Anche alcuni ufficiali dell’esercito maliano, appartenenti alla tribù degli Chamanamas e vicini a un movimento ribelle degli anni ’90 (il Fronte popolare per la liberazione dell’Azawad), hanno recentemente disertato per raggiungere i ribelli del Nord. Fra i soldati rientrati dalla Libia (400 sono arrivati nella zona il 16 ottobre) vi sono molti appartenenti alle tribù degli Iforas e degli Idnanes, considerate vicine al Movimento popolare dell”Azawad (Mpa). All’Mpa apparteneva Ibrahim Ag Bahanga, il capo tuareg più radicale, morto in agosto in un incidente d’auto. Il suo gruppo si è trincerato in una zona desertica. Gli ex tuareg di Gheddafi sono divisi in tre gruppi, uno dei quali, guidato dal tenente colonnello Akaji Ag Albachar (appartenente alla tribù Ichalane-harane, alleata dei Ifoghas) ha raggiunto i ribelli di Bahanga a In-Assalek. Come la formazione di Sidilama Ag Imi Kal, composta dalle tribù di Ifoghas e Chamanamasse, basate a Tanaynayte (40 km a Nord di Kidal) non intende scendere a patti col governo di Bamako. L’unico ad accettare il dialogo è il gruppo diretto dal colonnello Mohamed Ag Bachir della tribù Imghad, insediata a Tacalotte.


Related Articles

A Bil­bao per i prigionieri politici

Loading

Paesi Baschi. La tecnica della «dispersione» è utilizzata con lo scopo preciso di disintegrare i legami politici e umani dei prigionieri e rimarcare la differenza tra i detenuti «sociali» e quelli «politici»

Sarà reato andare a combattere all’estero

Loading

Subito in vigore le misure antiterrorismo: da 3 a 6 anni di carcere a chi si unisce ai jihadisti Poteri speciali all’intelligence. E per proteggere l’Expo saranno schierati seicento militari

La diplomazia iraniana contro le bombe Usa

Loading

Siria. Teheran presenta un piano in 4 punti all’Onu, appoggiato da Damasco. L’Occidente insiste nella lotta ad Assad, mentre i suoi ribelli si rifiutano di combattere i jihadisti

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment