by Sergio Segio | 30 Novembre 2011 16:53
Impegno preso apertamente, ieri, dall’assessore alla Coesione sociale, Marco Granelli, che a margine della presentazione del Rapporto 2011 dell’Unar spiega: «Abbiamo accolto la proposta e dato la nostra disponibilità per fare in modo che questo osservatorio esista, coinvolgendo anche una pluralità di soggetti che operano sul territorio». Il punto su cui insiste Granelli è «garantirne la terzietà », affidarne la gestione a Unar e società civile: «In questo modo anche noi saremo oggetto di osservazione». Milano è la seconda grande città italiana, dopo Venezia, ad accogliere il Centro. Siglata l’intesa, si svilupperà un coordinamento di associazioni. «Vogliamo sentirci parte attiva», dice durante il dibattito Nelly Diop, vicepresidente dell’Ong Raddho Italie. «Non creeremo una nuova struttura — sottolinea il direttore generale dell’Unar Massimiliano Monnanni —: l’obiettivo è mettere in Rete le strutture che già esistono, e aggregare tutte le informazioni in un’unica banca dati». I primi sei mesi serviranno a rilevare le strutture e formare gli operatori (provenienti dagli uffici comunali o dalle realtà private). Quindi comincerà il lavoro: «Non solo osservazione, il Centro sarà operativo».
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