Governo, Monti accetta l’incarico Napolitano: “È emergenza recuperare la fiducia dell’Europa”
ROMA – Giorgio Napolitano chiama il paese e tutte le forze politiche ad affrontare insieme il «momento della prova». E lo affida nelle mani di Mario Monti, al quale ieri sera sul Colle ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo «con l’appoggio più largo in Parlamento». E spera che tutto sarà fatto «in settimana». Il presidente della Repubblica parla alla fine delle consultazioni e dopo il sì con riserva del senatore a vita. Spiega le ragioni che lo hanno portato ad una scelta che è una vera e propria svolta nella nostra storia politica. E le sue parole in diretta tv diventano un appello drammatico alla «massima responsabilità ». Il momento economico è grave. Da qui ad aprile scadono duecento miliardi di euro in Buoni del Tesoro, ricorda. Sull’Italia pericoli foschi di «regressione economica». Ecco perché serve uno «sforzo straordinario», le larghe intese fra maggioranza e opposizione. «Nessun ribaltamento del risultato elettorale del 2008», garantisce il capo dello Stato al centrodestra, spiegando anche che il governo “tecnico” che sta per nascere non è l’affossamento dell’alternanza. Solo un passaggio per trovare la via per uscire dall’emergenza. «Il confronto a tutto campo fra i partiti riprenderà , senza alcun confusione e oscuramento di posizioni, quando i cittadini saranno di nuovo chiamati alle urne». Ma non è questo il momento per scogliere le Camere e riportare gli italiani alle urne, «sull’evitare un precipitoso ricorso alle elezioni dovrebbero concordare tutte le forze politiche e sociali».
E’ un’operazione-verità che prende forma nello studio alla Vetrata dove Napolitano e Monti, alle sette di sera, si mettono al lavoro per stendere a fine giornata le rispettive dichiarazioni che apriranno questa nuova fase. E forse con un’occhiata anche al videomessaggio di Berlusconi che le tv mandano in onda proprio in quello stesso momento. Non è più tempo di nascondere quanto il nostro paese sia a rischio. Ma, e lo chiedono appunto in sintonia il presidente della Repubblica e il premier incaricato, servono insieme rigore, crescita ed «equità sociale». Napolitano lo sa che l’operazione Monti non è semplice, e lo confessa apertamente. «Il tentativo che oggi propongo è difficile, dopo anni di contrapposizioni e di molti inascoltati appelli alla moderazione». I tanti, lanciati dal capo dello Stato, regolarmente caduti nel vuoto. Però rispettando le posizioni di tutti, Napolitano confida che «si voglia largamente incoraggiare Monti nell’incarico». Una personalità «indipendente», rimasta sempre «estranea alla mischia politica», e al tempo stesso dotata di «competenze ed esperienze» che ne fanno una figura rispettata in Europa. L’identikit perfetto insomma per una figura sopra le parti, al quale tutti i partiti possono affidarsi. Del resto, e si rivolge al centrodestra e al centrosinistra, «non è più tempo di rivalse faziose né di sterili recriminazioni». A Berlusconi il riconoscimento di aver «correttamente» rassegnato le dimissioni dopo aver perduto la maggioranza alla Camera. Un centrodestra però che «ha visto crescere negli ultimi tempi rotture e tensioni al suo interno e ridursi la sua base di maggioranza». Il capo dello Stato ha seguito «con scrupolosa imparzialità questo travaglio, rispettando il ruolo del presidente del Consiglio, in uno spirito di leale cooperazione istituzionale». Tempi rapidi, adesso? Napolitano un po’ si arrabbia, «se qualcuno si inventa che un governo si fa in tre ore, certo che poi sembra che i tempi si allungano». Governo tecnico o politico? «Lo deciderà il senatore Monti». E quanto durerà ? «Dipende dalle cose che saprà realizzare».
Related Articles
Il Tar spiazza tutti: Lazio al voto il 3 febbraio
Il tribunale decide l’anticipo, election day a rischio. Oggi il governo vara il decreto sull’incandidabilità
Via libera al nuovo Senato Bersani: “È l’ultimo sì se non cambia l’Italicum” Fi vota no, ma è rivolta
Camera, ok da 357. Pd, Fassina e altri 9 non votano Berlusconi: noi uniti. Dissentono in 17: un errore