Gli Usa all’attacco di Londra 2012 “Poca sicurezza, mandiamo l’Fbi”

by Sergio Segio | 15 Novembre 2011 8:40

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LONDRA – Sembrava un’Olimpiade all’inglese: ordinata, efficiente e senza brutte sorprese dell’ultimo momento. Stadi pronti con largo anticipo, un villaggio eco-sostenibile per gli atleti, con un budget per di più che è appena un quarto di quello dei Giochi di Pechino 2008, dunque all’insegna dei tempi austeri che stiamo vivendo e che vivremo certamente ancora per un pezzo. Ma Londra, a otto mesi dalla cerimonia d’inaugurazione, si accorge di avere fatto male i suoi calcoli su una questione fondamentale: quella della sicurezza. Gli organizzatori pensavano che bastassero 10 mila uomini per mantenere l’ordine e vigilare sulla minaccia terroristica all’interno degli impianti, invece un nuovo studio rivela che ne serviranno più del doppio: 21 mila. E dall’America, mentre gli esperti britannici cercano di ovviare al problema, è giunta una reazione rabbiosa: gli Usa manderanno 1.000 loro agenti al seguito della squadra a stelle e strisce, inclusi 500 dell’Fbi, visto che i padroni di casa non sono in grado di garantire da soli un’Olimpiade a prova di bomba.
È una rara polemica fra due alleati come Washington e Londra, che in particolare sul piano militare vanno (quasi) sempre d’accordo. Ma gli Stati Uniti non si aspettavano che la patria di James Bond pensasse a tutto tranne che agli 007 per i Giochi dell’estate prossima, considerati a rischio di attentati da parte di Al Qaeda, in particolare contro gli atleti americani. Non se lo aspettavano neanche molti inglesi, incluso l’ex-ministro della Difesa Liam Fox, dimessosi il mese scorso per uno scandalo, che ieri è intervenuto in parlamento per chiedere al suo successore e collega conservatore se alle Olimpiadi saranno in funzione batterie di difese anti-missilistiche, come è stata la regola (anche se non tutti lo sanno) da quelle di Atlanta 1996 in poi. «Ci sarà  un pieno livello di difesa e deterrenza per i Giochi di Londra, compresi missili terra-aria», gli ha risposto il ministro in carica Philip Hammond, insistendo che saranno prese «tutte le misure necessarie».
Sarà , ma non è del tutto rassicurante scoprire che gli oltre 10 mila addetti mancanti saranno forniti in parte dall’esercito (5.000), in parte dalle forze della riserva (2.000) e il resto da una combinazione di «volontari con qualificazioni appropriate» e «nuovi assunti addestrati per l’occorrenza». I soldi per pagarli ci sarebbero, presi da un fondo di «spese contigenti» ancora vergine, ma ora chiedono più soldi anche i 12 mila poliziotti di Scotland Yard che dovranno provvedere alla sicurezza fuori dagli stadi. «Che noia questi americani, vogliono dire la loro su tutto», si lamenta una fonte del comitato olimpico britannico. Ma un’altra fonte, del ministero della Difesa britannico, si domanda «com’è possibile scoprire solo ora che serve un numero doppio di uomini per la sicurezza».

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