Gli incontri con i politici nell’agenda di Pugliesi “Col cassiere Udc 14 summit”

by Sergio Segio | 23 Novembre 2011 8:06

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ROMA – Tra il gennaio e il novembre del 2010, Guido Pugliesi, amministratore delegato di Enav, incontrò in 14 occasioni il tesoriere dell’Udc Giuseppe Naro. E a darne conto, questa volta, non sono né testimonianze oculari, né conoscenze “de relato”. Ma – come documentano nuovi atti istruttori depositati ieri – un’agenda sequestrata dai carabinieri del Ros nell’abitazione di Pugliesi il giorno in cui viene indagato e perquisito una prima volta, il 26 novembre di un anno fa, quando l’inchiesta muove i suoi primi, decisivi passi. “Quattordici” è un numero di appuntamenti considerevole e quantomeno curioso tra un manager pubblico e un tesoriere di partito. E la circostanza, per altro, smentisce le dichiarazioni con cui, non più tardi del 31 ottobre scorso, proprio Naro, interrogato dal pm Paolo Ielo, prova ad abbozzare un plausibile motivo che giustifichi la sua frequentazione con Pugliesi. «Ci incontravamo saltuariamente – dice – E per ragioni personali». Peccato, appunto, che le cose non stiano così.
Con l’Udc. Mattina e pomeriggio
C’è un primo appuntamento annotato martedì 19 gennaio alle 9.45. Insieme a Naro, Pugliesi vede anche Di Lernia e l’oggetto della conversazione, se è corretto l’appunto che lo stesso ad di Enav associa all’incontro, è “Optimatica”, la società  che Tommaso Di Lernia e Lorenzo Cola indicano “in carico” all’allora ministro ex An Altero Matteoli e che l’ad di Enav beneficerà  con una delibera diretta per appalti di cui non sono specificati i valori e per un valore di 9 milioni e 900 mila euro. Ora, cosa c’entrano Naro e l’Udc con questa partita? Perché il tesoriere del partito mette il naso in questioni legate a società  beneficiarie di opache commesse Enav?
In febbraio, gli incontri sono 3. Con cadenza settimanale. Alle 9.30 di martedì 2, il giorno – a dire di Di Lernia e Cola – della consegna dei 200 mila euro in contanti «per Casini e Cesa» negli uffici di piazza di Spagna dell’Udc. E ancora: alle 13.15 di lunedì 8; alle 20.30 di martedì 16. Quindi, per due mesi (quelli della campagna e del voto per le amministrative), nessuna annotazione. I due riprendono a vedersi in maggio (lunedì 10 e mercoledì 19), sempre in ore di lavoro, le 9 e le 9.15. E in giugno, con cadenza fissa settimanale (martedì 1, giovedì 10, lunedì 14, martedì 29). Sempre al mattino. Una volta nel tardo pomeriggio. Arriva la pausa estiva, e l’agenda torna a riempirsi con l’apertura delle Camere. Quattro gli incontri in ottobre (il 5 alle 10.15; il 14 alle 12.30; il 19 alle 10.15 e il 26 alle 9), 2 quelli in novembre (giovedì 4 alle 9.30, giovedì 11 alle 12). Fino, appunto, alle perquisizioni disposte dalla Procura. Quando l’agenda finisce in uno scatolone dei carabinieri e Pugliesi si “congela”.
Brancher e l’uomo di “casa Tremonti”
Ci sono altri nomi nell’agenda di Pugliesi che il manager annota con scrupolo. Quello del deputato del Pdl Aldo Brancher (di cui Di Lernia finanzia la fondazione “Officine della libertà ) e del suo spicciafaccende, Fabrizio Gori (Pugliesi li incontra il 20, 22 e 28 aprile; il 5 maggio; l’1 e il 15 giugno). Ma soprattutto quello di Angelo Proietti, imprenditore edile, che con la sua “Edil Ars” provvede a ristrutturare e mettere a disposizione, attraverso Marco Milanese, la casa romana di via di Campo Marzio all’allora ministro Giulio Tremonti. Pugliesi incontra Proietti due volte. Sempre all’Harry’s bar di via Veneto. In gennaio (mercoledì 13 alle 11.30) e in febbraio (lunedì 8 alle 13.15). Motivo?
“Proietti deve lavorare”
Una risposta plausibile la offre Tommaso Di Lernia, nel suo interrogatorio del 31 maggio 2010: «I rapporti tra Pugliesi e Proietti erano assai stretti. Proietti era diventato fornitore di Enav, con cui aveva eseguito i lavori per l’aeroporto di Forlì. Peraltro, Pugliesi mi segnalò Proietti perché fosse inserito nei lavori per l’aeroporto di Palermo. Cosa che non si è potuta fare perché i contratti erano già  chiusi. Si parlò poi di un suo inserimento nei lavori per la costruzione del nuovo centro di controllo del traffico aereo del nordovest a Milano». Anche Lorenzo Cola conosceva il legame tra Proietti e Pugliesi. E così lo spiega: «Proietti era un ulteriore canale di collegamento tra Enav e il Ministero dell’Economia. Proietti era molto vicino a Marco Milanese. Di Lernia mi raccontò infatti di aver conosciuto Milanese alla Camera, portato da Proietti».
Pugliesi? Lo pagava “L’argentino”
L’ad di Enav sembra dunque muoversi nella ossessiva ricerca di un “ritorno” al suo principale padrino politico, l’Udc, senza per questo dimenticare di blandire l’influente azionista pubblico, il Mef di Tremonti e Milanese, dimostrandosi solerte con gli amici degli amici (Proietti). E tuttavia, sostiene Cola, c’è stato un tempo, in cui il manager bussava anche a quattrini. Racconta: «Nel primo periodo della sua nomina in Enav, sia Lorenzo Borgogni che Pierfrancesco Guarguaglini mi riferivano che Pugliesi veniva pagato con provviste realizzate in “Selex” da tale Catelani o Castellani, detto l’argentino, consulente di gruppo che operava in Argentina». Il ricordo di Cola smentisce ancora una volta la dichiarata inconsapevolezza di Guarguaglini sulle “pratiche” della holding ed evoca un altro pozzo di ingordigia: Lorenzo Borgogni, il dimissionario direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica.
“La cresta di Borgogni”
L’uomo, ormai lo sappiamo, accumula in cinque anni fondi personali all’estero per 7 milioni di euro, che si sommano a redditi non esattamente da fame (le sue dichiarazioni annuali vanno da 1 milione 200 mila del 2007, a 1 milione e 700 mila del 2010). Non sazio, utilizza Cola e Iannilli come bancomat a sei zeri. E, l’11 gennaio di quest’anno, dopo aver “scudato” parte di quella somma (5 milioni e 600 mila, per altro a nome della moglie), si presenta spontaneamente in Procura per «chiarire la sua posizione» e dimostrare che i suoi sono denari «guadagnati in modo lecito». Scrive il pm Ielo: «Borgogni presuppone che i suoi interlocutori siano disposti a credere alle favole. Come quella per cui i 2 milioni e mezzo ottenuti insieme a Martini (già  presidente di Enav) dal compratore della società  controllata “Simav” due anni dopo la compravendita siano un gesto compiuto gratis et amore dei e non una “cresta”».

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