Gasolio record, ricaduta sugli alimentari

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ROMA – Gasolio carissimo, ai massimi di sempre. Da ieri il muro psicologico di 1,6 euro per un litro di diesel è stato abbattuto in diversi distributori del Sud mentre nella media nazionale il suo costo ha toccato quota 1,570, anche questo un tetto mai raggiunto nella lunga tormentata corsa dei prezzi.
Quello che un tempo era considerato il carburante meno nobile e performante, ma sicuramente più conveniente, ha invertito la corsa puntando dritto ai livelli tenuti dalla benzina. Una galoppata inarrestabile spinta dai prezzi del prodotto raffinato del Mediterraneo e dai ritocchi delle accise decisi dal governo Berlusconi. Il prezzo del gasolio è stato aggiornato da quasi tutti i marchi, mentre tiene quello della benzina. Se per Ip e Tamoil si registra un ribasso sulla verde e un rialzo sul gasolio (+0,9 a 1,570 euro al litro, nuovo record, e +0,5 a 1,564), la Q8 e la Shell mettono mano al gasolio, rispettivamente, di 0,9 centesimi (1,568 euro) e di 1 centesimo al litro (1,564). Ritocco al rialzo su entrambi i prodotti, invece, per Total Erg, come segnalano puntualmente quotidianoenergia. it e la Staffetta Quotidiana.
Nel corso degli ultimi dodici mesi, la corsa dei carburanti è costata molto caro agli automobilisti italiani: nel novembre 2010 la verde viaggiava a 1,414 al litro e il gasolio a 1,291. Oggi l’aggravio è di 13 euro su un pieno da 60 litri (+15%) per le auto a benzina e di quasi 16 euro per le motorizzazioni diesel (+20,3%).
Ma ora – oltre al danno del distributore – si può aggiungere la beffa al supermarket. Più aumenta il costo del pieno per i camion, più saliranno i prezzi dei beni alimentari che questi mezzi trasportano. Consumatori e associazioni degli agricoltori, lanciano l’allarme. Secondo i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti «il diesel non incide soltanto sulle tasche degli automobilisti. Visto che si tratta del carburante maggiormente utilizzato per il trasporto delle merci: ci saranno pesanti ricadute anche sui prezzi finali e i beni di largo consumo». Un aumento fino al 3% all’anno, con uscite aggiuntive pari a circa 115 euro in più a famiglia.
E secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori), «un anno fa la quota di spesa per generi alimentari e bevande rappresentava un quarto della spesa complessiva delle famiglie italiane. Dall’inizio del 2011 questa quota si sta riducendo per il caro-petrolio che costringe i consumatori a togliere soldi a beni essenziali come pane, pasta e carne e destinarli invece ad altri capitoli di spesa». La conseguenza è che oggi il budget che ogni famiglia destina ad alimentari e bevande è sceso a 467 euro al mese, superato in volata da quello per carburanti, trasporti ed energia elettrica, salito oltre i 470 euro mensili. Per la Coldiretti il prezzo di un litro di gasolio oggi è più caro di quello di un chilo di pasta, di un litro di vino da tavola o di un litro di latte fresco.


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