Finmeccanica, il governo accelera sulla successione è già  toto-nomi

by Sergio Segio | 25 Novembre 2011 8:11

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ROMA – È partito il conto alla rovescia. Il cda straordinario in cui gli verranno ritirate le deleghe è fissato per il primo di dicembre, giovedì prossimo. Nonostante lui continui a ribadire la sua estraneità , Pierfrancesco Guarguaglini è ormai alla resa dei conti. Un epilogo scontato: che sia lui a rassegnare le dimissioni, o il board di Finmeccanica a deciderlo. Ormai la partita è chiusa. Restano ancora aperte alcune questioni, prima fra tutte se dare il benservito solo all’uomo che la guida da dieci anni o azzerare l’intero vertice, come sollecitato dal segretario del Pd Bersani che ha chiesto di «correggere l’assetto del gruppo dirigente».
Dettagli ai quali il governo Monti lavorerà  prima della riunione, anche se stando ai nomi che circolano per la successione, la soluzione più traumatica – far tabula rasa – sembra esclusa. Due, i nomi al vaglio del Tesoro: quello del numero uno dei servizi segreti, il direttore del Dis ed ex numero uno della polizia, Gianni De Gennaro, e quello del presidente di Rcs, in scadenza ad aprile, Pier Gaetano Marchetti. L’esecutivo pensa al dopo-Guarguaglini, dunque. In silenzio: secco il «no comment» del ministro allo Sviluppo Economico e Infrastrutture, Corrado Passera.
A questo punto a poco serviranno i tentativi del presidente di Finmeccanica di restare in sella. L’inchiesta sulle false fatturazioni di Enav e Selex Sistemi Integrati lo ha travolto. Lui, la moglie, la credibilità  sue e del gruppo. Anche se ieri, giorno in cui si è concesso come mai prima alle televisioni, ha ripetuto di «non avere mai creato fondi neri, né mai chiesto di farlo». Tentando anche di minimizzare la portata delle decisioni dal governo: «Ho preso in assoluta considerazione la comunicazione del presidente Monti» tant’è che «è stato convocato il cda». Peccato che la scelta di riunire il board non sia stata proprio sua.
Nella tempesta ormai ognuno prova a salvare se stesso. Guarguaglini non è l’unico. Ieri pure il suo fedelissimo ex capo delle relazioni esterne, Lorenzo Borgogni, ha ricominciato a mandare messaggi. «Non abbiamo mai ceduto alle richieste della politica: però abbiamo ricevuto pressioni, spesso imbarazzanti», ha detto il dirigente per cui la procura di Roma aveva chiesto l’arresto. Poi un avvertimento, nemmeno troppo velato, al suo ex capo. «Guarguaglini non era a conoscenza di molte cose. Mi sembra umano che mi scarichi. Ognuno, in questa fase, pensa a se stesso. Io avrò modo di chiarire». Se è per questo ha già  cominciato a farlo a Napoli e sarà  interessante capire come.
L’ad di Enav, Guido Pugliesi, da sabato scorso ai domiciliari, ha intanto scelto di difendersi senza nessuna concessione. Sentito dal gip, ha detto di non aver mai ricevuto soldi. «Le accuse che mi vengono rivolte sono una ritorsione per la gestione rigorosa che facevo dell’ente». Smentita anche la mazzetta da 200mila euro che, tramite l’imprenditore Tommaso Di Lernia, avrebbe fatto versare al tesoriere dell’Udc: «Non c’è stato nulla di tutto questo. Con Naro ho un rapporto di amicizia che dura da anni». Tuttavia, per il momento, il suo legale, Francesco Scacchi, non ha presentato richiesta di scarcerazione al tribunale del Riesame.

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