Deutsche Bank apre all’Italia: adesso può farcela

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FRANCOFORTE — Un segnale di fiducia per il governo Monti è provenuto ieri dal ceo di Deutsche Bank Joseph Ackermann. Il top manager svizzero si è detto «convinto che Mario Monti prenderà  molto bene in mano la situazione». E ha giudicato che dopo la svolta governativa, per il Belpaese sarà  più facile riconquistare la fiducia dei mercati, più in fretta di quanto possano fare gli altri paesi del Sud Europa in difficoltà . Una tesi sostenuta del resto anche dai dati economici italiani, come ha spiegato il Ceo del primo istituto tedesco a una platea gremita di politici, economisti e top manager, durante un convegno organizzato a Berlino dal quotidiano Sà¼ddeutsche Zeitung. Perché l’Italia ha un debito pari al 120% in rapporto al prodotto interno lordo (Pil). Tuttavia, per il manager svizzero «l’Italia è anche un Paese ricco», nel quale il debito dei privati si attesta soltanto al 36% del Pil, mentre il rapporto del loro patrimonio rispetto al Pil si aggira intorno al 200%. E quindi, secondo il 63 enne numero uno del gruppo, l’Italia è in grado di tornare «competitiva» nel giro di un «periodo di tempo ragionevole».
Solo pochi mesi fa, nel luglio scorso, Deutsche Bank ha suscitato una forte polemica quando ha rivelato nei conti semestrali di aver ridotto di sette miliardi, all’inizio dell’anno, l’esposizione verso i titoli sovrani italiani, per portarla a quota un miliardo. Per i mercati, il fatto che Deutsche Bank, fra le banche estere più forti in Italia e il primo istituto al mondo nel settore del reddito fisso, fosse uscita dai titoli italiani, ha rappresentato un forte segnale di sfiducia verso il Paese. Tuttavia, se Ackermann è stato il primo a uscire dai Btp, nelle ultime settimane è stato anche il primo a ricominciare a comprarli. Infatti, nel mese di settembre l’esposizione in Btp è risalita da uno a 2,3 miliardi. Inoltre ha fatto partire una serie di incontri in Germania con grandi investitori istituzionali per far tornare la fiducia nei titoli italiani. E nelle ultime settimane è stato sempre Ackermann, come presidente dell’Iif (l’associazione delle grandi banche internazionali), a siglare l’accordo sulla Grecia, con la partecipazione volontaria degli istituti privati a un taglio del 50% del debito greco. Lo svizzero è un banchiere globale, che ha pilotato Deutsche Bank fuori dalla crisi, rafforzandola con una svolta strategica di acquisizioni nel retail e nella gestione patrimoniale, per riequilibrare il peso delle attività  più rischiose di investment banking. Nel maggio 2012, Ackermann sarà  sostituito da Anshu Jain (ora capo dell’investment banking), e dal tedesco Jà¼rgen Fitschen, responsabile per le attività  tedesche e presidente di Deutsche Bank Italia.


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