Depressione. Boom di farmaci, ma in molti casi non servirebbero

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Negli Stati Uniti il rapporto di fine ottobre dei Cdc di Atlanta (Centro governativo di statistiche sulla salute) documenta che negli ultimi 20 anni c’è stato un aumento del 400% del consumo di antidepressivi. In Italia l’ultima statistica governativa è del luglio 2010 e documenta un incremento degli antidepressivi del 76% nel periodo 2000-2009. Statistica aggiornata dal Censis che calcola un aumento del 114% nel primo decennio del secolo.
Che sta succedendo? Sembra che l’America e tutto il mondo ricco siano nel mezzo di un’epidemia di malattie mentali. Le diagnosi di disturbi mentali, nei bambini, sono cresciute di ben 35 volte. Le malattie mentali sono diventate la principale causa di disabilità  nei bambini, soppiantando il Down e la paralisi cerebrale. Oggi più di 500.000 bambini assumono antipsicotici e il 10% di piccoli di 10 anni assume farmaci per il Disordine da deficit di attenzione e iperattività  (Adhd). Il mondo sta impazzendo?
Due autorevoli studiosi come Allen Frances e Marcia Angell sostengono che si tratta di un eccesso di diagnosi e di uso sospetto ed maldestro di farmaci, dati a chi non ne ha bisogno. Marcia Angell, già  direttore del New England Journal of Medicine, in un saggio pubblicato in due puntate su The New York Review of Books, ricostruisce la storia recente della psichiatria americana: l’eccesso di diagnosi e di prescrizioni di psicofarmaci dipende dalla larga penetrazione dell’industria tra i medici. La svolta sarebbe intervenuta nel 1980, con la pubblicazione del Dsm-III, il Manuale diagnostico statistico delle malattie mentali che ha “rimedicalizzato” la psichiatria sottraendola alla psicoanalisi e al movimento di critica psichiatrica, che ha avuto in Ronald Laing (nel Regno Unito) e Franco Basaglia (in Italia) i suoi leader. Per l’attuale presidente dell’Associazione psichiatrica americana, Carol Bernstein, infatti, la svolta del Dsm-III fu necessaria «per abbinare i pazienti ai nuovi trattamenti farmacologici emergenti». Con il Dsm-III le diagnosi di disturbi mentali salgono a 265, raddoppiando rispetto alle precedenti edizioni, e nella successiva edizione (Dsm-IV), rivisitata nel 2000, passano a ben 365. Ora Robert Spitzer, che fu a capo della task force del Dsm-III e Allen Frances, capo della task force del Dsm-IV, sono in prima fila nel denunciare i rischi di aumento della sovradiagnosi nel campo dell’ansia, depressione e psicosi, relativamente alla stesura del Dsm-V (previsto per il 2013). Un solo dato: gli antipsicotici negli Usa hanno rimpiazzato le statine (farmaci anticolesterolo) nella classifica dei farmaci più venduti in assoluto. Frances, su Psychiatric Times, denuncia l’aggressività  delle case farmaceutiche che diffondono a piene mani il fasullo modello per cui i disturbi dell’umore sarebbero riducibili a uno squilibrio di molecole chimiche nel cervello “risolvibili” con i farmaci. Per contro solo un terzo dei depressi gravi viene trattato adeguatamente. Trattamento che, ormai è sempre più chiaro, se affidato ai soli farmaci è assolutamente fallimentare. La psicoterapia, che può anche accompagnarsi ai farmaci, è la strada maestra: nel lungo periodo è nettamente superiore ai farmaci nel ridurre le ricadute della depressione.
* Presidente on. Società  It. Psiconeuroendocrinoimmunologia


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