D’Alema: pronto a lasciare il Copasir
ROMA – Massimo D’Alema rimette il mandato di presidente del Copasir. Lo fa con una lettera che finirà tra le mani di Gianfranco Fini e Renato Schifani dopo la votazione della fiducia al governo Monti. Una lettera in cui l’ex premier chiede ai presidenti delle due Camere come deve funzionare il comitato di controllo dei servizi segreti «alla luce del nuovo scenario politico».
Il fatto è che con l’insediamento del nuovo governo, appoggiato (per ora) da tutti i gruppi, la Lega resta l’unica opposizione in Parlamento. In virtù di questo, le spetterebbero le presidenze delle commissioni che di solito vanno alla minoranza: la vigilanza Rai, le giunte per le elezioni, quella per le autorizzazioni a procedere, e – appunto – il Copasir.
D’Alema anticipa la Lega, e fa notare di essere l’unico tra i presidenti di commissione che – «per correttezza» – rimette il mandato. Ritiene però che Fini e Schifani debbano convocare i capigruppo, e trovare una soluzione. «Il problema di questa nuova fase politica – ragiona – è che l’unica opposizione visibile è la Lega, ma non c’è una vera e propria maggioranza». E poi, il Carroccio ha già la presidenza di quattro commissioni permanenti alla Camera (Affari Esteri, Bilancio, Ambiente e Attività produttive), e di una al Senato (Politiche europee). «Sarebbe curioso – ragionano Pd e Udc- che si tenesse quelle cinque come maggioranza e ne pretendesse altre come opposizione».
In realtà , i leghisti tengono molto alla poltrona di D’Alema. «E hanno anche fretta – dice un dirigente democratico – vogliono risolvere la questione in poche ore». Il perché – racconta – ha a che fare con la lotta interna tra l’area che fa capo a Umberto Bossi e quella di Roberto Maroni. «Vogliono mettere al Copasir l’ormai ex ministro dell’Interno, che altrimenti andrebbe a fare il capogruppo al posto del bossiano Reguzzoni». La Lega la racconta diversamente: per le commissioni di garanzia dare la presidenza alle opposizioni è un fatto di prassi. Il Copasir, invece, è un organismo istituito con una norma precisa (l’articolo 30 della legge 124 del 2007) che prevede che il comitato sia composto da 5 parlamentari di maggioranza e 5 di opposizione, e che il presidente sia eletto nell’opposizione. «Quella norma non può essere presa alla lettera – dicono nel Pd – altrimenti al Carroccio, oltre al presidente, spetterebbero anche 5 membri su 10. Un’assurdità ». E aggiungono un’interpretazione: l’elezione del presidente si può considerare prevista solo all’inizio della legislatura, non a ogni cambio di maggioranza. Infine, se proprio vuole il Copasir, la Lega lasci le commissioni permanenti. «Non se ne parla – dice un colonnello lumbà rd – quando Fli è uscito dal centrodestra si è tenuto le commissioni, perché noi dovremmo andar via?». E aggiunge, da puro bossiano: «Per quanto ci riguarda, altro che beau geste, le dimissioni di D’Alema sono obbligate».
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