MILANO – Dopo una settimana a tasso di impazienza crescente, Giovanni Bazoli sforna il coniglio dal cilindro e trova il successore di Corrado Passera. Si tratta di Enrico Tomaso Cucchiani, manager milanese classe 1950, laureato in Bocconi, un passato in Mc Kinsey, da tempo presidente dell’assicuratore Allianz in Italia e membro del consiglio di gestione bavarese con responsabilità dei mercati in Europa, America Latina e Africa. Non ci sono conferme ufficiali ma ufficiose sì. La ridda di voci è iniziata ieri a metà giornata, con la convocazione ufficiale del consiglio di sorveglianza, che si terrà oggi a Torino alle 12,30. Lo precederà un comitato nomine, che provvederà al reintegro del consigliere Elsa Fornero con Guido Ghisolfi e, subito dopo, ascolterà dal suo presidente (sempre Bazoli, regista dell’intera vicenda) la proposta di Cucchiani. La candidatura sarà quindi portata nel Consiglio di sorveglianza, che la indicherà al consiglio di gestione (in agenda alle 15,30). Qui Cucchiani sarà cooptato e nominato consigliere delegato, con poteri che non dovrebbero discostarsi da quelli del predecessore finito al governo. La nomina di un candidato esterno non dovrebbe, peraltro, comportare altri movimenti nel top management di Intesa Sanpaolo a breve termine. L’unica questione aperta resta la Biis, divisione infrastrutture che – nella possibilità che il suo responsabile Mario Ciaccia segua Passera al ministero per lo sviluppo economico – potrebbe annettersi al corporate di gruppo, guidato dal direttore generale Gaetano Miccichè. Sul nome di Cucchiani, secondo quanto ha detto a Radiocor il presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi Monaco, «c’è un ampio consenso e la vicenda dovrebbe essere conclusa». Il giurista bolognese, da poco consigliere di Mediobanca, avrebbe riscontrato direttamente presso le altre grandi Fondazioni (oltre a Carisbo ci sono Cariplo, Sanpaolo, Carifirenze, Cariparo, un quintetto che ha circa un quarto delle quote) l’accordo sul nome trovato da Bazoli dopo qualche giorno di ricerche e consultazioni. Sembra che il professore bresciano avesse contattato Cucchiani nel fine settimana. Nelle stesse ore, Bazoli aveva chiamato anche altri possibili successori di Passera. Sicuramente Vittorio Colao (a capo di Vodafone), Andrea Guerra (Luxottica) e Vittorio Grilli (direttore generale del Tesoro), ma dai tre sarebbero venuti cortesi dinieghi. La situazione si stava ingarbugliando, perché con i dinieghi salivano le perplessità dei soci, specie quelli della Compagnia San Paolo, che hanno quasi il 10% del capitale e sponsorizzavano la soluzione interna, con nomina a numero uno di Marco Morelli. Ma proprio mentre le ore passavano e sembrava potersi fare largo la promozione dei manager rimasti in Ca’ de Sass (anche l’altro dg Miccichè e il direttore finanziario Carlo Messina), Bazoli è riuscito a sparigliare le carte con un manager esterno equidiviso tra laicismo da grande finanza e aderenze ai network tradizionali del potere italico. Non è un caso che nessuno avesse preventivato né riportato sui media il suo nome in questi giorni.