Con i social network città a misura d’uomo
Negli ultimi dieci anni le tecnologie digitali hanno preso piede nelle nostre città , formando la struttura portante di infrastrutture intelligenti a larga scala. Fibre ottiche a banda larga e reti di telecomunicazione senza fili supportano cellulari, smartphone e tablet che sono sempre più alla portata di tutti. Allo stesso tempo banche dati liberamente accessibili – soprattutto governative – stanno rivelando ogni tipo di informazione, e punti di accesso e schermi pubblici facilitano il compito a persone con e senza conoscenze informatiche. Se si aggiunge una rete in continua crescita di sensori e tecnologie di controllo digitale, il tutto tenuto insieme da computer economici e potenti, le nostre città si trasformeranno in un “computer a cielo aperto”.
La grande quantità di dati che sta emergendo è il punto di partenza per rendere programmabili infrastrutture efficienti in modo che le persone possano ottimizzare la vita di una città . Per esempio, ottenere informazioni sulla situazione stradale in tempo reale può ridurre il traffico e migliorare la qualità dell’aria (…). Così se ci concentriamo sulla socializzazione come punto iniziale per la progettazione e sui cittadini come fonte di innovazione, come si fa a creare una città più intelligente?
Un inizio ideale è sfruttare la gamma crescente di dispositivi personali intelligenti che tutti noi usiamo e impiegare le persone come sensori della città . La funzione del traffico su Google Maps è un buon esempio. Invece di costruire una costosa rete di appositi sensori lungo le strade, Google interroga costantemente una grande rete di volontari anonimi i cui dispositivi cellulari riportano lo stato dell’ultima ora, rivelando così dove il traffico è scorrevole, rallentato e bloccato. L’informazione è inviata agli automobilisti attraverso applicazioni di mappatura in diversi modi: strati colorati che indicano la velocità del traffico, stime dei tempi di percorrenza che indicano i ritardi o un fattore per determinare percorsi alternativi. Questi dati consentono agli utenti di analizzare la rete di circolazione della città in tempo reale e capire quanto tempo è necessario per andare dal punto A al punto B.
Sebbene Google sia senza dubbio una piattaforma non di base, questo esempio mostra come la condivisione di dati all’interno di un gruppo possa avere un impatto enorme nell’aiutare la gestione delle infrastrutture urbane. Questo scenario illustra inoltre il modo in cui le città intelligenti possono essere sia un luogo in cui socializzare sia un luogo più efficiente senza imporre ordini dall’alto; scegli il percorso migliore sulla base delle osservazioni di persone come te, invece di essere diretto da ingegneri del traffico.
L’applicazione per il traffico di Google influenza una vasta base di apparecchi che i consumatori già hanno. Approcci al rilevamento “dal basso” possono però fornire anche un rapido, economico impiego di nuovi tipi di sensori che misurano e registrano dati su attività umane, movimenti, periferie e salute. Nel 2009 Parigi aveva meno di una decina di stazioni di monitoraggio dell’ozono. Al fine di espandere notevolmente questo flusso ufficiale di dati, il progetto Green Watch, diretto da esperti di Internet che lavorano per Fing, ha distribuito 200 apparecchi intelligenti ad altrettanti parigini. Questi apparecchi rilevavano i livelli di ozono e di rumore delle persone che li indossavano durante le loro attività quotidiane, e i continui rilevamenti erano condivisi pubblicamente attraverso il motore Citypulse.
Nel corso del primo test, in un solo quartiere della città sono state fatte oltre 130.000 rilevazioni. L’esperimento ha mostrato che una rete di rilevamento a base popolare può essere messa in azione in un istante e a un costo molto più basso rispetto a quello necessario per espandere le vecchie stazioni fisse della città . Il progetto ha anche mostrato che i cittadini possono essere coinvolti pienamente nel monitoraggio e nel controllo urbano. Infine, i sensori per le reti a base popolare sarebbero inseriti in oggetti di uso quotidiano: telefoni, veicoli, abiti.
Gli approcci dal basso influenzano anche le modalità di socializzazione nelle città , modificando il modo in cui le persone agiscono. Vista la popolarità in forte espansione delle reti di negozi locali, come mostrano Groupon e LivingSocial, collegare le attività commerciali e gli abitanti delle città attraverso reti sociali mobili catalizza l’azione. Questi nuovi modi di descrivere la città possono inoltre creare modalità di contatto sociale più durevoli.
D’altra parte questo mondo programmabile si estenderà oltre la città fisica. Oggi molte città offrono servizi di assistenza telefonica chiamando un determinato numero, che fornisce ai cittadini rapido accesso alle informazioni e ai servizi del governo cittadino, nonché la possibilità di inoltrare rapporti su questioni di vita quotidiana. Questi sistemi si evolveranno in contenitori di informazioni simili a Wikipedia e consentiranno ai cittadini di fare gruppo e aiutarsi reciprocamente. Usando l’applicazione 311 di Boston (soprannominata Citizen’s Connect), per esempio, un cittadino ha risposto alla richiesta d’aiuto di spostare un opossum finito nel bidone della spazzatura di un altro bostoniano in meno di mezz’ora, cioè in molto meno del tempo necessario all’intervento dell’Animal Control Unit cittadina. Quanto allo “sfratto” dell’animale, il buon samaritano ha lasciato un commento sul sistema 311, in cui diceva che il problema era stato risolto. (…) Il successo dei giochi sociali on line può insegnarci come motivare e ricompensare i volontari. I cittadini devono essere sicuri, però, che il governo della città non consideri il lavoro «da fonte popolare» come un modo conveniente per scaricare i propri obblighi.
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