Cancellieri, prima donna al Viminale

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Ha 67 anni ed è un prefetto dalla lunga carriera iniziata negli anni ’70 a Milano come responsabile delle comunicazioni della Prefettura. In pensione dal 2009, è stata prefetto in grandi città , come Genova dove gestì nel 2007 la trattativa con i camalli (e il sindaco Marta Vincenzi la ringrazia ancora), ma anche commissario di teatri in dissesto finanziario come il Bellini di Catania. Per chi la conosce è una donna con una personale carica di simpatia. A Bologna, dove era arrivata dopo lo scandalo che ha travolto il sindaco Flavio Delbono e il suo partito, il Pd, qualcuno l’avrebbe voluta sindaco e il centrosinistra era terrorizzato che il suo stile avesse fatto dimenticare ai cittadini il bisogno della politica. Ma alla politica ha tolto molte castagne dal fuoco impostando un bilancio con cospicui tagli da cui difficilmente si tornerà  indietro (anche se il sindaco Merola ha abolito la tassa d’ingresso alla scuola materna comunale da lei introdotta). Nei primi giorni dell’anno si trovò ad affrontare la morte di un neonato che si riparava dal freddo nella biblioteca centrale della città ; nel mirino finirono i servizi sociali accusati di aver trascurato la gravità  della situazione. Il suo cruccio è stato quello di non aver contribuito a migliorare il «decoro urbano». Sperava di ripulire i muri dai graffiti e ha accarezzato l’idea di puntellare il centro di fioriere. Idee per cui ancora in molti la ricordano con ironia. Ieri le ha inviato un sms anche il segretario bolognese della Cgil Danilo Gruppi spiegando «a mio giudizio ha tutte le caratteristiche per introdurre elementi di innovazione, in particolare in tema di sicurezza e immigrazione». E di lei ha un buon ricordo anche don Giovanni Nicolini, prete vicino ai poveri che ricorda la continuità  che ha dato ad un dormitorio aperto in centro storico. Il prefetto ha ricevuto i complimenti del suo predecessore, Roberto Maroni. Ieri ha concesso poche parole ma ha sfoderato un sorriso e ha detto «sono contenta».


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