Bond greci e Borse azzerano l’utile di Generali
MILANO – Generali chiude un trimestre quasi senza utili (19 milioni), per colpa delle svalutazioni che la turbolenza dei mercati ha imposto. Tra luglio e settembre la compagnia triestina ha pagato un dazio da 322 milioni in conto economico, 200 per stralci su titoli greci, il resto sul portafoglio azionario.
Nei nove mesi, il conto dell’utile netto è salito a 825 milioni, esattamente quanto le svalutazioni su attività finanziarie (329 milioni sulla Grecia, il resto sull’azionario di cui 143 milioni su Telco). La riga finale guasta un po’ la relativa tenuta delle attività Vita, e la performance robusta del ramo Danni, salita nel trimestre di oltre un terzo a 405 milioni, mentre le polizze finanziarie hanno portato un risultato dimezzato a 315 milioni, per la dura concorrenza dei conti di deposito bancari che ormai rendono lo stesso e sono più agili ed economici. Il titolo a Piazza Affari ha guadagnato il 2,31%, poco meno dell’indice di settore assicurativo. Gli analisti di settore hanno giudicato meglio delle attese la parte tecnica dei conti.
«Nonostante il momento economico-finanziario molto difficile continuiamo a evidenziare buoni progressi nella gestione industriale e in particolare nel Danni – ha detto l’ad Giovanni Perissinotto –. Viene ribadita la validità del modello basato sull’internazionalizzazione e la pluralità di canali distribuitivi». Ma la forte presenza del gruppo in Italia fa soffrire conti e patrimonio: al 30 settembre Generali 51,9 miliardi di governativi italiani, che valutati al mercato (prassi obbligatoria per le assicurazioni) scendono a 46,2 miliardi. L’erosione del patrimonio di gruppo che ne deriva, da gennaio, ammonta a 787 milioni. Il Solvency ratio, pari a 130% a inizio anno, è sceso ormai a 115%, anche se la compagnia non ha sfruttato le nuove deroghe Isvap, con le quali l’indice patrimoniale risalirebbe oltre il 135%. Il patrimonio è, comunque, sotto scrutinio, e potrebbe farne le spese il futuro dividendo. «Al momento non vedo motivi per cambiare linea sul dividendo ma il cda deciderà in base ai risultati di fine anno e del livello di Solvency», ha spiegato l’ad, nel confermare, benché nella parte bassa, le stime di risultato operativo 2011 tra 4 e 4,7 miliardi. A settembre eravamo a 3,1 miliardi. Invece si allontana l’altra stima interna di free cash flow di 4 miliardi di euro al 2014, che per il direttore finanziario Raffaele Agrusti «nell’attuale contesto, si è fatta sicuramente eccessiva», e che dovrebbe servire a comprare la metà di Generali Ppf dal partner ceco Petr Kellner.
Ieri ha diffuso la trimestrale anche la concorrente Allianz, che ha mantenuto gli obiettivi 2011 pur limando l’utile netto trimestrale a 196 milioni, da 1,3 miliardi un anno prima, per effetto dei cali di Borsa e della crisi dei titoli sovrani europei.
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