Blackout e fiumi di fango, paura a Messina

by Sergio Segio | 10 Novembre 2011 7:38

Loading

MESSINA – Le sirene hanno cominciato a suonare a metà  mattinata quando dal canalone aperto nel fianco della montagna franata nell’alluvione di due anni fa ha cominciato a venire giù un fiume di acqua e fango. I 37 morti dell’ottobre 2009 sono ancora vivi nella memoria della gente di Giampilieri e Scaletta Zanclea, i due centri della fascia ionica del messinese nei quali i lavori di messa in sicurezza, dopo il disastro per il quale 2000 persone sono ancora sfollate, segnano il passo in attesa di quei 160 milioni di euro stanziati dalla Protezione civile ma bloccati proprio alcuni giorni fa dal ministero del Tesoro.
L’allerta meteo ora investe il sud. Fiumi e torrenti esondati, fango e detriti che in poche ore hanno invaso quartieri della città  e comuni della fascia costiera, una ventina di case isolate, frane in collina, strade interrotte, così come il traffico ferroviario e la circolazione a un paio di caselli dell’autostrada Messina-Catania e un lungo black out che ha lasciato al buio per ore quasi 70 mila persone a Messina ed Enna hanno gettato la Sicilia orientale e parte della Calabria nel panico con uno stato di allerta 3 proclamato dalla Protezione civile. Paura anche a Reggio dove decine di automobilisti sono rimasti bloccati dall’acqua alta. A Vito per liberare i bambini di una scuola elementare sono dovuti intervenire con le idrovore i vigili del fuoco.
Questa volta, però, le misure di prevenzione sono scattate immediatamente. A mezzogiorno il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca ha ordinato a tutte le scuole di trattenere alunii e studenti e non farli uscire, disposizione revocata intorno alle due del pomeriggio quando, per breve tempo, la violenza del nubifragio ha allentato la morsa. Nel pomeriggio una nuova disposizione del primo cittadino per ordinare la chiusura di tutti gli impianti sportivi.
Ore e ore di pioggia torrenziale ininterrotta e il terrore di una “bomba d’acqua” come quella che ha portato morte e disperazione a Genova e nelle Cinque Terre che in una zona di dissesto idrogeologico così avanzato potrebbe avere conseguenze drammatiche. Con il terrore della notte imminente. «Ci aspettano ancora ore e ore in trincea – dice il capo della Protezione civile siciliana Pietro Lo Monaco che nei giorni scorsi si era unito al grido d’allarme per il blocco dei fondi destinati alle zone alluvionate del Messinese – le previsioni sono molto brutte ancora per almeno 12-18 ore e la situazione in questi territori è molto pesante. Stiamo monitorando, abbiamo allertato tutti i nostri presìdi territoriali e le associazioni. Abbiamo fatto suonare le sirene e probabilmente lo faremo ancora. La gente di queste zone sa cosa fare. Ha imparato sulla sua pelle. Sa che al suono delle sirene non devono uscire da casa, devono salire ai piani alti. Poi, naturalmente, può sempre succedere l’imponderabile».

Post Views: 277

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/11/blackout-e-fiumi-di-fango-paura-a-messina-2/