Bindi: Renzi è un falso nuovo. Parisi lo difende

by Sergio Segio | 2 Novembre 2011 7:36

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ROMA – Su Facebook i commenti al Wiki-Pd e al Big Bang della Leopolda continuano a crescere sfiorando quota 900. Matteo Renzi posta: «Bingo». L’obiettivo è centrato: le cento idee per il rinnovamento italiano fanno discutere. Ma dal Pd partono nuove bordate, mentre i Radicali a congresso gli offrono una inattesa apertura di credito. Rosy Bindi, la presidente del partito – che con il sindaco di Firenze ha incrociato le spade un’infinità  di volte – ora ne liquida le proposte: «Sono tardo blairismo in salsa populista». Un finto nuovista. Su twitter, Dario Franceschini, il capogruppo democratico – che venerdì scorso ha salutato l’inaugurazione della convention di Renzi come «energie che arricchiscono» – bacchetta: «Guardo a tutti quelli che pensano a se stessi per il “dopo Berlusconi” e penso: e prima, dare una mano per arrivarci a questo “dopo Berlusconi”, no?».
Nichi Vendola, il leader di Sel, ha sfogliato il cento punti di Wiki-Pd: «Ci sono seduzioni, molte proposte condivisibili e neanche nuove. Ma dobbiamo avere il coraggio di rompere con gli ultimi trent’anni e con il liberismo. L’innovazione di Renzi è solo la maschera per la continuità ». Nel giorno da incubo delle Borse, avverte Vendola, il bene prioritario è «tutelare la coalizione di centrosinistra. Però l’Ulivo è un cantiere aperto non soltanto ai soliti noti, cioè ai moderati e al sistema di imprese (che è il discorso di Renzi), ma ai movimenti, agli indignati, alle donne, a chi ha costruito una critica sociale». Sulle primarie nessun passo indietro del leader della sinistra. Se Antonio Di Pietro annuncia che potrebbe non candidarsi e appoggiare alle primarie Bersani, Vendola non ci pensa affatto. Non bisogna avere paura delle elezioni (la Spagna non ce l’ha), né delle primarie (la Francia le ha appena fatte), spiega. «E alle primarie del centrosinistra io sono in campo. Contro chi? Non sono io a scegliere gli altri competitors, l’importante è che sia un confronto dentro un patto di lealtà  in un cantiere che offra all’Italia un’alternativa».
Oggi Bersani riunisce il vice segretario Enrico Letta, la presidente Rosy Bindi, i capigruppo Franceschini e Anna Finocchiaro. Convocazione sulla drammatica crisi economica e le scelte da fare, ma sarà  deciso quando convocare la direzione (e prima, un “caminetto” del big). Ieri pressing perché sia riunita la direzione. Lo chiedono Debora Serracchiani e Pippo Civati: attivare subito il partito. Anche l’area democratica di Ignazio Marino, Michele Meta e Paola Concia la vuole, e oggi si riunisce. Il confronto sarà  poi su tutto, inclusa la novità  del “renzismo”. Il sindaco rottamatore è lodato da Arturo Parisi (che alla Leopolda c’era): «Nel Pd c’è un vuoto preoccupante, e in questo vuoto Renzi è una risorsa. Non si sta costruendo l’alternativa». Apprezzato a metà  da Beppe Fioroni, il leader dei Popolari, che riconosce: «Renzi è una risorsa, ma le idee vanno condivise con chi, insieme a noi, può dare vita a una alternativa di governo». Insomma, si parli di alleanze.
I Radicali – che hanno tenuto a Chianciano quattro giorni di congresso – attaccano il Pd di Bersani ma non sposano la linea del leader storico Marco Pannella che ha elogiato il «leale rapporto nel ’94 con Berlusconi». Guardano alle novità  che si muovono in casa democratica: a Renzi e alla linea liberista (lo stop al finanziamento pubblico dei partiti è uno dei cavalli di battaglia dei Radicali, così come la flexsecurity); e anche a Nicola Zingaretti che ha ribadito spesso di avere a cuore il federalismo europeo (tratto costitutivo del radicalismo democratico). Mario Staderini è stato confermato segretario, presidente Silvio Viale e tesoriere Michele De Lucia. Pannella polemizza con i compagni: «Vado alle Maldive per un lungo periodo». Il filo rosso del dibattito congressuale è quello che Emma Bonino, l’altra leader radicale, definisce «la distruzione dello Stato di diritto senza il quale non ci sono diritti».

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