Berlino.com

by Sergio Segio | 21 Novembre 2011 7:23

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Berlino. Siliconallee, come una Silicon valley europea: così questi ragazzi-prodigio imprevisti chiamano Berlino, loro terra promessa. Il latte macchiato del mattino sulla Friedrichstrasse è il momento in cui si scambiano idee su nuovi affari online. A casa-ufficio, in localetti da sottoscala o in “iPad cafés”, sparsi tra Mitte e Kreuzberg multietnica, fino a Prenzlauerberg zona di tendenza di Berlino Est, lavorano in rete come manager coreani. La sera, in barba al freddo, si festeggia al ritmo della movida prussiana, tra disco, concerti rock, caves e cocktail bar, insieme ai giovani colleghi polacchi, russi, cèchi, magiari, venuti da tutto la Mitteleuropa, ma ormai anche da Londra e dagli States. Sono giovani, figli del dopo-Muro se tedeschi, o cresciuti dopo la caduta della Thatcher o di Reagan se approdano qui dal Regno Unito. E qui appunto hanno trovato la loro Silicon Valley. Berlino, fine 2011: la capitale della Germania unita è diventata prima location europea delle aziende start-up. Vola persino più alto della splendida e creativa Londra capitale culturale del mondo, e nella tempesta perfetta della grande crisi dell’euro i ragazzi imprenditori in erba della rete offrono lavoro ai loro coetanei, li strappano alla povertà .
È partito tutto tre o quattro anni fa. Oltre cento aziende, alcune muoiono ma tante altre ne nascono ogni giorno, in totale sono qualche centinaio. Migliaia di addetti, un fatturato ancora da calcolare. «Berlino è cruda e diretta, devi adattarti ma ti offre le chances giuste», dicono gli esperti di www.deutsche-startups.de, il sito-agenzia punta dell’iceberg di questa rinascita, sorseggiando un cappuccino a Prenzlauerberg, mentre fuori al freddo le giovani “mamme in carriera” della new economy berlinese passeggiano spingendo carrozzine per la pausa.
L’avventura è cominciata nei sottoscala, o in microlocali-magazzino di sì e no dodici metri quadrati. A Kreuzberg multietnica, la Notting Hill berlinese, a Prenzlauerberg all’est zona dei dissidenti dietro il Muro e oggi quartiere di tendenza, a Friedrichshain adiacente, a Mitte. Tutte zone giovanili, tutte nuove chances per i giovani. Nel 2003, già  un pesante anno di crisi per l’economia tedesca, e poi ancor più in mezzo alla bufera internazionale del 2008-2009. Addio al bar accogliente, andiamo a vederli uno a uno, gli eroi della Siliconallee.
Poco lontano, lavora il pioniere: Kai Bolik, quasi a disagio perché iniziò nel 2003 e ora si sente quasi vecchio tra i più giovani. In un sottoscala, ha fondato Game Duel, una start-up che ti fornisce online videogames da scaricare e tutto il software necessario, prodotto qui a Berlino-Siliconallee. «Abbiamo cominciato nove anni fa, poco più che per scommessa, adesso diamo lavoro a più di cento dipendenti, e vendiamo in tutta Europa e oltre», raccontano i suoi. Sono ancora tutti eroi sconosciuti, i pionieri di Siliconallee, ma dai sottoscala berlinesi si fanno avanti veloci sui mercati globali. Forse i più geniali sono i due giovanotti che vado a incontrare fuori dai confini dell’ex città  del Muro, in una zona industriale tra le foreste di conifere del Brandeburgo, l’antica Prussia. Michael Bruck e Franz Dude si concedono una rara sosta: ufficio e produzione sono in un unico grande nuovo capannone industriale, furgoncini e tir si avvicendano, corrono a ritirare e consegnare il prodotto. E di che parliamo? Non ci credereste, di cioccolata fatta su misura.
«Perché no? Cioccolata su misura come un abito o l’arredamento della casa, viva il buon gusto», dicono entusiasti i giovani fondatori di Chocri, la start-up delle leccornie. L’idea è semplice, in fondo: si sono creati un sito, là  ti colleghi e leggendo online apprendi quante migliaia di tipi di cioccolata puoi desiderare e avere, in tavolette o praline. Fondente o al latte, ma non solo: sapore di mandarino o mango, di zenzero o di pistacchio, e via libera alla vostra immaginazione. Sul formulario dell’ordinazione online scrivi quale cioccolata ti sei inventato e vuoi assaggiare, loro te la producono. Quanta ne vuoi, nella confezione che vuoi. Paghi online, il tempo di produrle e poi praline o tavolette ti arrivano in Dhl o con Deutsche Post a casa. «Cominciammo in un ex officina a Mitte, pochi metri quadrati, all’inizio producevamo là , poi il volo della domanda ci ha soffocato, abbiamo dovuto trasferirci. Ci serviva spazio per produrre e distribuire», raccontano Michael e Franz.
È una realtà  nuova, sveglia e smuove Berlino tutta, la Siliconallee. Oltre mille berlinesi – giovani appena usciti di scuola, ma anche operai delle industrie chiuse nella crisi – hanno lavoro e reddito grazie a Zalando, il global player berlinese della moda online. Oltre mille dipendenti, spazi pubblicitari in prime time su reti tv pubbliche e network privati, vendite in tutta Europa. Scarpe da far sognare signore e “girlies”, moda casual o anche elegante, ottima qualità  e design ma a prezzi bassi. Spot spiritosi in tv, anche questo è un segreto: mostrano il postino con la bicicletta gialla che risveglia l’entusiasmo per la moda portando i pacchi Zalando nelle comuni del Sessantotto o in campi di nudisti.
Ma a Berlino-Siliconallee incontri idee a ogni angolo della nuova comunità  virtuale. Come tra i ragazzi di UPcload. Lavorano quasi nascosti in una stanzetta che devi raggiungere con un vecchio ascensore scricchiolante, lascito arrugginito dell’Est sovietizzato. Lo prendi arrivando in un cortile interno semiabbandonato della Humboldt Universitaet, la grande università  di Berlino Est a Unter den Linden, a un passo dalla statua equestre di Federico il Grande fondatore di Prussia, adornata di fiori per il suo anniversario. Asaf Moses e Sebastian Schulze si godono una corta pausa mangiando hummus, pollo alle spezie e insalata. I clienti cliccano senza sosta, ogni richiesta è diversa. Di che cosa? Di abiti su misura. Asaf e Sebastian si sono inventati un sistema per usare la webcam per prendere le misure a qualsiasi cliente, così che il cliente si lascia misurare come dal sarto ma a casa, e ordina online e low cost abiti su misura di ogni suo gusto. «Abbiamo sempre avuto l’obiettivo di essere bravi e precisi come un sarto», spiega Moses. Misure prese, stoffa e accessori scelti, l’ordine va online in Israele, là  l’abito viene confezionato, e per posta aerea ti arriva in corsa.
«Berlino non pensa al futuro, vive correndo il presente», afferma Schuyler Deymann che con alcuni colleghi ha fondato un sito chiamato appunto Siliconallee. «Metti insieme le grandi radici culturali della città , i bassi costi, i mutamenti a velocità  fotonica degli ultimi 20 anni e la massa di giovani migranti qualificati, ed ecco la miscela del successo». Solo la burocrazia è sotto il tiro delle start-up berlinesi: potrebbe essere più veloce. Facile capirlo: la loro vita quotidiana di imprenditori online e di nuovi giovani della Berlino unita corre veloce come un motore di ricerca. «Alcuni colleghi di altre città  tedesche, magari più ricche di Berlino, ma meno cosmopolite, provano a venire a Berlino per le start-up e poi non reggono il fiato – dicono divertiti i ragazzi di deutsche-startups – perché se vieni da Monaco, ricca ma snob e tranquilla, e sei un imprenditore giovane la movida berlinese ti fa perdere la testa. Troppe distrazioni per fare affari. Secondo loro…».

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