Barroso lancia l’eurobond «Tre opzioni per salvarci»
BRUXELLES – Da domani a giovedì, fra Bruxelles e Strasburgo, il premier italiano Mario Monti incontrerà i leader dell’Unione Europea e quelli di Francia e Germania. I temi in agenda sono molti, e infatti l’agenda in questione è ancora aperta. Un argomento, però, appare più probabile, anche perché cadrà fra un incontro e l’altro: mercoledì, infatti, la Commissione Europea discuterà il «piano per gli stability bond» che verrà presentato dal suo presidente José Manuel Barroso, e che prevede anche la nascita di un’agenzia europea per la gestione del debito sovrano. «Stability bond» non è che l’altra definizione di «eurobond», il progetto di obbligazioni emesse in comune dagli Stati dell’Eurozona e garantite in parte o in tutto dagli stessi Stati. Fra coloro che hanno sempre detto di credervi c’è anche Monti, che vedrà lo stesso Barroso e il presidente della Ue Herman Van Rompuy poco prima della riunione della Commissione Europea: e certo tornerà a parlarne anche con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, nel vertice trilaterale di giovedì a Strasburgo.
Gli eurobond non nasceranno subito, ovviamente. Ma oggi, è il messaggio immediato che conta: secondo Bruxelles la sola loro «prospettiva» potrebbe alleviare la crisi dei debiti sovrani. In altre parole: un segnale di tranquillizzazione per i mercati, una finestra di opportunità in prospettiva per gli investitori, un «rabbocco» di fiducia. Euro o stability bond, nella visione della Commissione Europea, vorrebbe dir questo: comunque si stringa la tenaglia del debito ci sarà un’alternativa di rifinanziamento ordinata, condivisa, e non lasciata all’azzardo della speculazione. Perché la crisi si è aggravata negli ultimi mesi, le prospettive di crescita per il 2012 sono grigie (Italia, secondo i dati Ue: Pil nel primo trimestre 2012 inchiodato a zero e nel secondo in calo a -0,2, con l’apporto negativo del «credit crunch», lo strozzarsi del credito bancario). E varie nazioni hanno davanti impegni di rifinanziamento da far tremare i polsi (Italia, 200 miliardi entro aprile). Ma soprattutto, il Fondo salva-Stati di cui si discute da 5 mesi, non è decollato e ha sempre i soldi che aveva all’inizio: non tanti da coprire un’emergenza «grande».
In questa cornice, ecco dunque il progetto degli eurobond, con le sue speranze e anche le difficoltà . Bisogna intanto convincere la Germania: Berlino teme che, insieme alle garanzie di sostegno dei bond, si finiscano per mettere in comune anche i debiti dei Paesi più spendaccioni; perciò chiede una vigilanza rafforzata, e il negoziato è aperto. Poi c’è da stabilire se, e come, si debbano modificare i Trattati Ue, per far spazio alla novità giuridica. «Io credo –parole di Barroso- che gli stability bond verranno visti come naturali quando raggiungeremo l’obiettivo di una governance rinforzata, della disciplina e della convergenza». Il «Libro verde» – così è stato battezzato – che Barroso sta per presentare ora, mette sul tavolo tre opzioni. La prima, e più radicale, propone la totale sostituzione delle emissioni di bond nazionali con eurobond garantiti in comune da tutti i Paesi della zona euro: sarebbe un potente rimedio contro la crisi del debito, ma richiederebbe una sicura modifica dei Trattati e dovrebbe passare il vaglio della Corte costituzionale tedesca; ci vorrebbero anni, per realizzare il progetto. Seconda opzione: eurobond garantiti in comune che però coprirebbero solo in parte il finanziamento, lasciando sopravvivere i bond nazionali; anche in questo caso, sarebbe necessaria una modifica dei Trattati Ue.
L’ultima opzione è quella più «leggera» e più rapida, senza alcuna modifica ai Trattati: ancora eurobond che sostituirebbero parzialmente quelli nazionali, ma senza garanzie in comune; ogni Stato darebbe garanzie pari soltanto alla sua partecipazione nell’emissione. Detta altrimenti: il Geppetto tedesco non dovrebbe avere il salvadanaio in comune con il Lucignolo greco (o italiano).
Related Articles
«Israele vigila» E a Londra arrivano gli 007 del Mossad
LONDRA — È iniziato il conto alla rovescia per i Giochi olimpici e nella capitale britannica si respira aria di festa. A Trafalgar Square si ascolta la musica, tra cui quella di Ludovico Einaudi, nella stazione di St Pancras invece si suona grazie a un pianoforte messo a disposizione di chi ama l’improvvisazione.
Escalation. Putin: «La Russia costretta a sospendere il trattato nucleare»
Il discorso all’Assemblea federale del presidente russo. La spallata al New Start era già stata annunciata quando Putin ha accusato la Nato di aver sottoposto il suo Paese a un ultimatum
Parità tra donne e uomini. Tunisi vara la Costituzione