Assolto De Gennaro «Non istigò al falso nel G8 di Genova»
by Sergio Segio | 23 Novembre 2011 8:23
ROMA — Assolto, condannato, di nuovo assolto. E stavolta in via definitiva. Il verdetto della Suprema Corte arriva dopo tre ore di camera di consiglio: l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro non ha indotto l’allora questore di Genova, Francesco Colucci, a mentire nel processo per le violenze alla scuola Diaz durante il G8 del 2001. «La Cassazione ha finalmente ristabilito la verità », commenta De Gennaro, oggi al vertice dei servizi segreti. Scagionato anche Spartaco Mortola, già capo della Digos di Genova, nel frattempo diventato questore e capo della Polfer di Torino.
I due ex imputati avevano incassato la prima assoluzione nel 2009, ma il 17 giugno 2010 la Corte d’appello di Genova aveva ribaltato la decisione condannando De Gennaro a un anno e quattro mesi e Mortola a un anno e due mesi per istigazione alla falsa testimonianza. Ieri la sesta sezione della Suprema Corte, presieduta da Adolfo Di Virginio, ha capovolto la sentenza di secondo grado, cancellata senza rinvio perché «i fatti non sussistono».
Il verdetto era nell’aria, poiché al termine della requisitoria era stato il sostituto procuratore generale Francesco Mauro Iacoviello a chiedere di annullare la pronuncia impugnata. Per il rappresentante dell’accusa la corte d’appello ha peccato di illogicità , non riuscendo a spiegare «per quale motivo sia rilevante la falsa testimonianza di De Gennaro. Nel caso di Mortola, poi, la sentenza di condanna non descrive nemmeno quale è stata la condotta materiale contestata».
Amareggiato e deluso Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, morto durante gli scontri del G8: la decisione della Suprema Corte, ammette, «ripropone ferite lancinanti» e «dimostra che in Italia esiste una casta di intoccabili». Anche perché «nel processo d’appello erano emerse cose difficilmente catalogabili come inesistenti».
Secco il commento del pg di Genova, Enrico Zucca: «La Cassazione pronuncia sentenze definitive e dunque giuste. E anche questa è una sentenza giusta». All’opposto, non nascondono la soddisfazione i legali degli ex imputati. «Non avevamo mai dubitato della sentenza di primo grado», sostiene l’avvocato Franco Coppi, che ha assistito l’ex capo della polizia. «Ce lo aspettavamo — aggiunge Piergiovanni Junca, difensore di Mortola con Giovanni Aricò —. C’era una sentenza di primo grado logica e motivata e una di secondo grado illogica e mal motivata».
Loda la Cassazione anche Alfredo Mantovano, parlamentare del Pdl, perché il verdetto «conferma l’assoluta correttezza di uno dei più validi e generosi funzionari dello Stato e cancella ogni dubbio o riserva derivanti dalla decisione di secondo grado». Ed esulta l’Associazione nazionale dei funzionari di polizia, che attraverso Enzo Marco Letizia sottolinea: «È la liberazione da un teorema che mirava a indebolire l’immagine della polizia. Un teorema che voleva trovare una regia occulta che invece per i fatti di Genova non c’è stata».
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