Arrivano 28 sottosegretari, due i politici Patroni Griffi ministro al posto di Brunetta
ROMA – Un consiglio dei ministri che comincia con un’ora e mezzo di ritardo, per due ragioni: un ministro in più, Filippo Patroni Griffi, alla Funzione pubblica (era capo di gabinetto con Brunetta). E soprattutto, la presenza dei politici, ostacolata dal Pdl ma cercata dagli stessi ministri. Così, Giampaolo D’Andrea lavorerà con Giarda ai rapporti con il Parlamento. E’ stato senatore della Margherita, sottosegretario con Prodi e Amato. L’ha voluto il capogruppo pd Franceschini, che ha premuto in tutte le trattative perché ci fosse qualcuno in grado di agevolare il raccordo tra esecutivo e Parlamento. Con lui, Antonio Malaschini, ex segretario generale del Senato, indicato invece dal Pdl. L’altro politico è Gianluigi Magri, ex senatore Udc, già sottosegretario all’Economia: stavolta va alla Difesa insieme a Giuseppe Milone (area Pdl). Per lui si è speso – molto – Pier Ferdinando Casini.
L’Economia, il nodo più delicato, è stato sciolto con la rinuncia di Vittorio Grilli allo stipendio da direttore generale. Va in aspettativa, e farà il viceministro, guadagnando il 70 per cento in meno. Sottosegretari a via XX settembre saranno invece Vieri Ceriani, ex capo dei servizi fiscali di Bankitalia, e Gianfranco Polillo, già capo del dipartimento economico di Palazzo Chigi, area centrodestra. Giovanni Ferrara, procuratore generale di Roma, non va alla Giustizia ma è (in quota Pdl) agli Interni insieme all’ex capo dell’Antiterrorismo Carlo De Stefano e Saverio Ruperto. Con il Guardasigilli Severino lavoreranno invece due civilisti dell’università Roma Tre: Salvatore Mazzamuto, ex consigliere giuridico di Alfano, e Andrea Zoppini.
Il secondo viceministro della lista è Mario Ciaccia, l’ad di Biis (una controllata di Intesa Sanpaolo) che prenderà da Passera la delega alle Infrastrutture. Con un sottosegretario, Guido Improta. Sempre allo Sviluppo Economico arrivano Claudio De Vincenti e Massimo Vari. Tullio Fanelli, di cui si parlava per l’Energia, è stato spostato all’Ambiente.
Terzo viceministro, al Welfare e un po’ a sorpresa, è Michel Martone: professore di diritto del Lavoro alla Luiss, su posizioni liberali, è stato ospite fisso nel programma televisivo «Il contratto», una sorta di reality con in palio un’assunzione. Come sottosegretario al Lavoro ci sarà invece Cecilia Guerra. Quando Repubblica la chiama ha appena ricevuto un sms di un’amica, «Conpliments», ma non aveva capito perché. E’ un’esperta di fisco, la nomina al Lavoro la sorprende un po’.
All’Istruzione va il maestro di strada napoletano Marco Rossi Doria, uno che alle tematiche dell’educazione ha dedicato tutta la vita, sottosegretario insieme a Elena Ugolini. Ai Beni e Attività Culturali c’è Roberto Cecchi. All’Agricoltura Francesco Braga. Alla Salute, Adelfio Elio Cardinale: ex preside della facoltà di medicina di Palermo, ma soprattutto marito di Anna Palma, già procuratore aggiunto nel capoluogo siciliano e da diversi anni capo di gabinetto del presidente del Senato Schifani.
A conti fatti, sono 25 sottosegretari e 3 viceministri. Con Berlusconi ce n’erano 40: la dieta è stata drastica. Il ministro in più lo avrebbe voluto lo stesso presidente Napolitano, che considera importante la delega alla Funzione pubblica. Per Patroni Griffi arriva la promozione in diretta dell’ex premier Giuliano Amato, ospite in tv: «E’ un bravo consigliere di Stato, è stato capo del mio ufficio legislativo. E poi ha naso… è napoletano, quindi il naso è buono».
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