Vertice Ue senza intesa, crollano i mercati

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BERLINO – Il vertice di Francoforte è sostanzialmente fallito poco prima dell’alba, le prognosi ufficiali di crescita della locomotiva d’Europa, cioè l’economia tedesca, crollano dimezzate, e i venti gelidi dalla Germania fanno crollare i mercati. Le Borse europee, in una giornata sola, ieri, hanno bruciato 97 miliardi, con Milano nel ruolo di maglia nera, registrando perdite per 11,3 miliardi, seguita da Madrid e Francoforte. Male anche Wall Street, e nonostante l’euro registri un lievissimo recupero sul dollaro a 1,372 allarme e pessimismo si diffondono. Vola lo spread tra i titoli sovrani italiani (a picchi di 402,03 punti sui Bund tedeschi, massimo storico) e spagnoli (353,3), ma ora anche francesi (119, poi sceso a 115,5). Ieri pomeriggio c’è stato un nuovo, ennesimo consulto-summit informale telefonico tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy per dichiarare unità  d’intenti su una governance economica europea, ma le posizioni di Berlino e Parigi sulle procedure di ricapitalizzazione delle banche e altri punti fondamentali del salvataggio dell’euro e di paesi in crisi restano distanti. Il vertice europeo di domenica ha rischiato un nuovo rinvio, poi è stato confermato ma solo formalmente: si dovranno prendere decisioni entro mercoledì. Su tutta l’eurozona e sull’intero vecchio continente le nubi della crisi e dell’incubo recessione si fanno sempre più cupe. I leader europei riamangono alla ricerca di una «soluzione ampia» come emerso dalla videoconferenza tra Barack Obama e Merkel, Sarkozy e Cameron.
D’altronde alle prime ore di ieri l’altro consulto informale tra la cancelliera, il presidente francese, i governatori uscente e futuro della Bce Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, i ministri economicofinanziari francese e tedesco, i massimi leader della Commissione europea e dell’esecutivo Ue Barroso e van Rompuy e la direttrice del Fondo monetario Christine Lagarde non avevano portato a passi avanti. Pessima, brutale, la reazione delle Borse. Milano ieri sera ha chiuso con un crollo del 3,06 per cento dell’indice all share e del 3,7 del Mib, Londra a -1,21, Parigi a -2,32, Francoforte a -2,49, Madrid a -2,73. A Wall Street il Dow Jones ha chiuso in lieve aumento (+0,32%) e il Nasdaq in calo contenuto (-0,21%).
Particolarmente pesanti sono le perdite del settore bancario, in tutta l’eurozona ma in Italia ben più che altrove. Gravi le perdite dei principali istituti di credito italiani. Unicredit ha perso il 12 per cento, Monte dei Paschi di Siena l’11 per cento, Intesa San paolo il 9,8. In generale, in tutta Europa l’indice DjStoxx dell’intero settore creditizio del continente si è deprezzato del 4 per cento, ma significativamente di più (-5,8 per cento) nella sola eurozona. Perdono le banche francesi, con Societé générale a -7,6, Crédit agricole a -6,6 e Bnp Paribas a -5,8, ma incassa il colpo anche Deutsche Bank con -5,4.
Quel che più preoccupa, è che le cattive notizie su crescita e titoli sovrani non vengono più solo dall’Europa meridionale. L’impennata dello spread tra titoli del tesoro pubblico transalpino e Bund è un nuovo segnale, sullo sfondo dei timori per il rating della Francia. E la stessa Germania fornisce nel modo più ufficiale segnali inquietanti: le previsioni di crescita governative della prima economia europea crollano dall’1,8 all’1 per cento.


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