Usa, un “pizzaiolo” contro Obama
NEW YORK – “Il pizzaiolo contro il mormone”, davvero la sfida tra i candidati repubblicani alla Casa Bianca si ridurrà a questa caricatura? Il primo, Herman Cain, è accusato dai suoi stessi rivali di destra di «pubblicizzare una riforma fiscale come fosse la pizza coi peperoni». Il secondo, Mitt Romney, è dipinto sempre a destra come «il seguace di una setta anti-cristiana».
Certo, mancano quasi tre mesi all’inizio delle primarie e 13 mesi al voto per le presidenziali. Tutto può ancora accadere. Ma si capisce perché in questi ultimi giorni il campo democratico ha ricominciato a sperare. Non stupisce che Barack Obama venga dato vincente ogni volta che i sondaggi simulano un duello contro rivali di quel tipo, nonostante che vada malissimo “da solo”, cioè se si misura la sua popolarità in assoluto. A destra sta succedendo qualcosa di curioso. In una congiuntura politica che sembra ideale per i repubblicani – nessun presidente uscente è mai stato rieletto con una disoccupazione al 9% – il campo dei loro candidati è stranamente povero. Tre beniamini dei media come Sarah Palin, Chris Christie e Donald Trump si sono tirati indietro. Una sorta di “maledizione del Tea Party” sta affondando quelli che sembravano dei favoritissimi, cioè il governatore del Texas Rick Perry (frequentare un club privato che all’ingresso esibisce una “Testa di Negro” è un po’ troppo anche dalle sue parti) e una Michele Bachmann in stato confusionale. E’ così che la sorpresa degli ultimi giorni è proprio l’ex chief executive della catena Pizza Godfather. In quanto a gaffe anche Cain è un campione – sua la frase «se siete disoccupati è colpa vostra, anziché protestare andate a lavorare» – però le pronuncia con un sorriso così soave che tutto gli viene perdonato, almeno fra i suoi. Nella destra più radicale trionfa la sua ricetta semplicistica per ridurre la pressione fiscale: “Nove-nove-nove”, è lo slogan di Cain. Cioè 9% di aliquota Irpef uguale per tutti, 9% d’imposta sulle società , e 9% di una tassa sulle vendite che sarebbe una sorta di Iva federale. Sembra appunto la formula dello sconto promozionale nei fast-food della pizza, “9 dollari e 99 cents”, così lo hanno sbeffeggiato Romney e Perry all’ultimo dibattito in tv. Ma lui gli ha sghignazzato in faccia, più furbo di quel che sembra: “9-9-9” è uno slogan che sta dilagando, facile da ricordare, trionfa nell’elettorato di destra dove il Tea Party ha già dimostrato che esiste un terreno fertile per il populismo fiscale.
Del resto quella formula viene da lontano. Il pizzaiolo Cain fece la sua gavetta politica nella campagna elettorale per Steve Forbes, il miliardario ultraliberista che voleva la “flat tax”, l’aliquota uguale per tutti che ovviamente è un regalo agli straricchi perché elimina la progressività del prelievo. All’origine, tutti attingono alla Reaganomics e al dogma di Arthur Laffer, la “teoria dell’offerta” cara ai vari think tanks finanziati dalle grandi famiglie del capitalismo neoconservatore. Se gli esperti sono convinti che la “Cain-manìa” sarà un fuoco di paglia, questo significa che Romney finirà per imporsi come “il candidato inevitabile”? Così lo definisce il Washington Post, con un’etichetta non proprio esaltante: la destra dovrà ripiegare sul meno peggio, un moderato che ha il pregio di non spaventare gli elettori centristi e indipendenti. Ma Romney passerà l’esame della fede? La domanda è cruciale: l’elettorato degli evangelici fondamentalisti, o cristiani rinati come George W. Bush, rappresenta fino a un terzo della base militante che si mobilita nelle primarie repubblicane. Il pastore texano Robert Jeffress che appoggia Perry ha già promesso battaglia: «Un mormone non è un cristiano, è seguace di una setta». Perfino un protestante moderato come il pastore luterano Dan Delzell sul Christian Post invita alla vigilanza: «Nessuna guerra di religione, però bisogna andarsi a leggere The Book of Mormon, è in contraddizione totale con la Bibbia e con tutti i principi della fede cristiana».
Nel 2008 l’allora candidato Mike Huckabee disse che i mormoni «considerano Gesù e Satana come fratelli». E vinse nella primaria dello Iowa. Sarà una coincidenza, ma proprio ieri Obama ha segnato il nuovo sorpasso nella raccolta fondi, 42 milioni in un trimestre, distanziando nettamente tutto il partito repubblicano.
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