Testimone contro Thaqi «si suicida»

by Sergio Segio | 1 Ottobre 2011 6:44

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Che ieri, quasi a confermare il sospetto che proprio lui stia enfatizzando la crisi delle dogane per ricattare e coprire questo crimine vergognoso e il processo che si apre, ha ribadito che userà  ancora la forza contro i serbi per «ristabilire la legge». Sempre con l’aiuto dei militari Nato e Eulex che dovrebbero essere neutrali?
Qual è il fatto? Due giorni fa un importante testimone del processo per crimini di guerra che vede imputato l’ex ministro dei trasporti Fatmir Limaj, braccio destro di Hashim Thaqi alla guida dell’Uck, è stato trovato morto «in un parco Germania». Questo il comunicato della missione europea Eulex, precisato dalla portavoce Irina Gudeljevic: «È confermato che Agim Zogaj, conosciuto come il testimone X nel caso Klecka – dal nome di una prigione dell’Uck ndr -, è stato trovato morto in un parco in Germania. Le autorità  tedesche stanno indagando per stabilire le circostanze della sua morte». Nient’altro sul decesso del testimone che sarebbe stato trovato «impiccato» – il condizionale è d’obbligo visto che risultava «testimone protetto» -, e che aveva accusato Limaj di numerosi crimini commessi a Klecka e altrove. Il processo, che chiama in causa le responsabilità  di Thaqi, doveva cominciare ad ottobre e Fatmir Limaj – leader militare dell’Uck, poi ministro e ora deputato per il Pdk del premier Thaqi – è accusato dalla magistratura di Eulex di pesanti crimini di guerra commessi non solo a Klecka. La scorsa settimana è stato condannato dalla magistratura kosovaro-albanese agli arresti domiciliari, in attesa del processo internazionale a suo carico.
Da quando l’incaricato dei diritti umani del Consiglio d’Europa Dick Marty presentò nel dicembre 2010 un rapporto, dopo due anni di ricerche sul campo, sulle prigioni dell’Uck, sulle torture lì commesse e sul crimine dell’espianto di organi perpetrato nella località  di Burrel nel nord-Albania, si è aperto uno scontro tra organismi e competenze internazionali. La magistratura di Belgrado, che accusa del crimine non solo i manovali ma lo stesso Thaqi, chiede – sostenuta stavolta dall’ex procuratore dell’Aja Carla Del Ponte – un’inchiesta dell’Onu. La tesi è che solo l’Onu ha il potere di indagare in altri stati e di proteggere i testimoni, condizione decisiva visto che in molti sono «spariti» o sono stati uccisi. Alla fine l’inchiesta è stata aperta d’autorità  dalla missione Eulex. Ora Eulex, che doveva proteggere il testimone, naviga nel buio. Come volevasi dimostrare…

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