Soldi nostri, profitti loro: 110 euro l’anno il costo di gestione

by Sergio Segio | 12 Ottobre 2011 7:21

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In Italia la spesa media, per la tenuta di un conto corrente, è diminuita per il secondo anno consecutivo, anche se il costo, nel 2010, si è attestato intorno a 110,2 euro, vale a dire 3,4 euro in meno rispetto a quella rilevata l’anno precedente (113,6 euro nel 2009 e 114,3 nel 2008). È quanto rileva la Banca d’Italia nell’indagine annuale che l’istituto svolge sull’onerosità  dei conti correnti, basata sui costi effettivamente sostenuti nel corso di un intero anno da un campione di clienti.
La rilevazione ha riguardato 11.114 correntisti distribuiti su 636 sportelli di 175 banche oltre a Bancoposta. La flessione risulta imputabile ai minori costi per la tenuta di dossier titoli, liquidazione interessi, invio di estratti conto, comunicazioni obbligatorie (anche a seguito della revisione della normativa di trasparenza) e una minore operatività  della clientela. In particolare ad aumentare sono alcune importanti tipologie di spese fisse, quali i canoni, e variabili, come gli oneri per i bonifici e le spese di scrittura. Infatti per quanto concerne le prime, si sono ridotte in media di 3,9 euro, per le comunicazioni periodiche e per altre attività , aumentando invece complessivamente di 2 euro per il canone base e l’emissione delle carte bancomat. Le spese fisse risultano più basse per quei conti aperti da non più di due anni pari a 67,7 euro, circa 23 euro in meno rispetto alla media, al netto delle commissioni per gli utilizzi a debito. Le cose cambiano invece se il conto presenta un elevata anzianità , raggiungendo un importo di 101 euro – 10 euro in più rispetto alla media – se accesi prima del 2000. Per quanto attiene invece le spese variabili aumentano in media di 1,4 euro raggiungendo l’importo di 26,3 euro. La crescita è imputabili per intero all’innalzamento delle commissioni legate alla diminuzione di un livello medio di operatività .
Nell’indagine, Bankitalia ha anche operato un approfondimento sui costi, diversi dagli interessi, connessi con gli affidamenti e gli scoperti di conto. Le nuove commissioni per la messa a disposizione dei fondi, sebbene non direttamente comparabili alle commissioni di massimo scoperto, sono tendenzialmente più onerose nel caso dell’apertura di un fido. L’onere relativo alle messe a disposizione dei fondi ( Mdf) diminuisce all’aumentare del fido accordato (gli affidamenti inferiori a 2.500 euro comportano un costo pari al 2,1% del credito accordato, se superiori a 10 mila si riduce all’1,1%). L’aumento del costo è condizionato a eventuali sconfinamenti. Se l’utilizzo è intra-fido si avrà  un onere proporzionato all’accordato, in caso contrario sono previsti oneri aggiuntivi in parte indipendenti dall’effettivo importo. Un ulteriore costo per i correntisti è l’aumento dell’imposta di bollo sui conti previsto nella manovra. Si passa dagli attuali 34,20 euro per l’invio annuale delle comunicazioni ai 120 euro, da 17,10 a 60 euro (invio semestrale), da 8,55 a 30 (comunicazione trimestrale), da 4,27 a 10 euro (periodicità  mensile). Una secondo rialzo è previsto poi a partire dal 2013.

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