Scontro sui licenziamenti più facili Cgia: così disoccupazione all’11%

by Sergio Segio | 30 Ottobre 2011 7:34

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ROMA – La Cgia di Mestre ha fatto i conti: se ci fossero stati i “licenziamenti facili” dal 2009 a oggi, il tasso di disoccupazione in Italia avrebbe raggiunto l’11,1 per cento contro l’attuale 8,2 per cento. Una stima che ha fatto infuriare il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «È un’ipotesi destituita di ogni fondamento – ha replicato -. Ciò che l’Unione europea chiede all’Italia è una combinazione di maggiore flessibilità  nella risoluzione del rapporti lavoro e di maggiore protezione del lavoratore. Tutte le simulazioni relative alla maggiore flessibilità  in uscita che a livello internazionale sono state realizzate danno infatti più occupazione».
Di certo lo scontro sulla nuova legge in materia di licenziamenti che il governo si appresta a presentare entro la fine dell’anno non accenna a diminuire. Anzi. La simulazione del Centro studi degli artigiani di Mestre può anche apparire azzardata (si ipotizza che i lavoratori finiti in cassa integrazione a zero ore siano di fatto senza più lavoro), ma sicuramente ha il merito di cominciare a spiegare, con qualche numero alla mano, che cosa potrebbe accadere in futuro. D’altra parte altrettanto azzardata può apparire la correlazione tra licenziamenti e assunzioni, tanto più in una fase di crisi in cui l’economia cresce non oltre lo zero virgola. In ogni caso il ministro Sacconi non ha presentato alcun dato a sostegno della sua tesi.
Ieri è intervenuto anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dando di fatto ragione alla tesi della Cgia e invitando il governo ad aprire un negoziato vero con tutte le parti sociali. «Altrimenti – ha detto – si rischia un autunno caldo che ci farebbe tornare indietro».
Un passo avanti l’hanno, invece, sicuramente compiuto i sindacati. Dopo le aspre divisioni del passato stanno parlando la stessa lingua per contrastare le intenzioni del governo. Uno sciopero generale unitario di Cgil, Cisl e Uil è più vicino. «Il governo – ha ironizzato il leader della Cgil, Susanna Camusso – sta lavorando molto per ricompattare il sindacato. Siamo tutti convinti che non c’è necessità  di licenziare per fare più occupazione». Esattamente la stessa posizione del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Il ministro del Lavoro si può anche risparmiare la riunione con le parti sociali perché noi non discutiamo di licenziamenti. Noi discutiamo solo di lavoro», ha concluso.

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