Scontro sui licenziamenti più facili Cgia: così disoccupazione all’11%

Loading

ROMA – La Cgia di Mestre ha fatto i conti: se ci fossero stati i “licenziamenti facili” dal 2009 a oggi, il tasso di disoccupazione in Italia avrebbe raggiunto l’11,1 per cento contro l’attuale 8,2 per cento. Una stima che ha fatto infuriare il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «È un’ipotesi destituita di ogni fondamento – ha replicato -. Ciò che l’Unione europea chiede all’Italia è una combinazione di maggiore flessibilità  nella risoluzione del rapporti lavoro e di maggiore protezione del lavoratore. Tutte le simulazioni relative alla maggiore flessibilità  in uscita che a livello internazionale sono state realizzate danno infatti più occupazione».
Di certo lo scontro sulla nuova legge in materia di licenziamenti che il governo si appresta a presentare entro la fine dell’anno non accenna a diminuire. Anzi. La simulazione del Centro studi degli artigiani di Mestre può anche apparire azzardata (si ipotizza che i lavoratori finiti in cassa integrazione a zero ore siano di fatto senza più lavoro), ma sicuramente ha il merito di cominciare a spiegare, con qualche numero alla mano, che cosa potrebbe accadere in futuro. D’altra parte altrettanto azzardata può apparire la correlazione tra licenziamenti e assunzioni, tanto più in una fase di crisi in cui l’economia cresce non oltre lo zero virgola. In ogni caso il ministro Sacconi non ha presentato alcun dato a sostegno della sua tesi.
Ieri è intervenuto anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dando di fatto ragione alla tesi della Cgia e invitando il governo ad aprire un negoziato vero con tutte le parti sociali. «Altrimenti – ha detto – si rischia un autunno caldo che ci farebbe tornare indietro».
Un passo avanti l’hanno, invece, sicuramente compiuto i sindacati. Dopo le aspre divisioni del passato stanno parlando la stessa lingua per contrastare le intenzioni del governo. Uno sciopero generale unitario di Cgil, Cisl e Uil è più vicino. «Il governo – ha ironizzato il leader della Cgil, Susanna Camusso – sta lavorando molto per ricompattare il sindacato. Siamo tutti convinti che non c’è necessità  di licenziare per fare più occupazione». Esattamente la stessa posizione del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Il ministro del Lavoro si può anche risparmiare la riunione con le parti sociali perché noi non discutiamo di licenziamenti. Noi discutiamo solo di lavoro», ha concluso.


Related Articles

La Cina taglierà  i dazi sul lusso

Loading

L’ex vice ministro al Commercio: mossa inevitabile

Alta gamma Il taglio sui dazi riguarda oltre 600 beni Durante le festività  di fine anno i cinesi hanno speso 7,2 miliardi di dollari in shopping di lusso all’estero (+28,7%)

SERGIO’S CHOICE

Loading

Sul ring della vita quotidiana di milioni di lavoratori, l’intervista di Sergio Marchionne al Corriere della Sera di ieri e quella di Mario Draghi al Wall Street Journal il giorno precedente sono il classico uno-due.

Pensioni: “Rischio soluzioni pasticciate Sui contratti Renzi eviti blitz”

Loading

I minimi retributivi stabiliti per legge si sono tramutati in riduzioni di stipendio

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment